Claudio Magris, lezione sulla storia
Avercene di intellettuali come Claudio Magris. della sua immensa cultura, della sua umanità, della sua lucidità. Qualità che si esprimono non solo nei saggi, ma anche nei romanzi. L’ultimo, Alla cieca, del 2004, era semplicemente sconvolgente. Il nuovo, Non luogo a procedere (Garzanti), è una sfida all’intelligenza del lettore, una profonda meditazione sulla storia.
Il tema è – a mio parere – il male come gran signore dell mondo, della storia. Un male inellutabile, pressoché invincibile, se non fosse per un’arma affidata a noi uomini, alla nostra responsabilità: la memoria della verità storica, attraverso la quale rendere giustizia alle vittime di ogni tempo.
In questa recensione ho cercato di raccontare il romanzo e di spiegarne il senso.
Ammaniti, Anna meritava di più
Da un po’ di tempo, anzi ormai da parecchio, non riesco ad apprezzare i libri di Niccolò Ammaniti. Ho la sensazione che, dopo il grande successo ottenuto con i suoi primi testi e fino al premio Strega, non si sia più “ripreso”, nel senso che è un po’ prigioniero di se stesso. Con il risultato di romanzi che puntano a colpire il lettore con effetti speciali, ma privi di autentica ispirazione e di profondità.
Non fa eccezione l’ultimo suo lavoro, Anna, in testa alle classifiche di vendita. Qui spiego perché non mi ha convinto.
Maurizio Maggiani e i padri che fecero la nazione
Ho avuto la fortuna di conoscere di persona Maurizio Maggiani, scrittore pluripremiato (Viareggio e Canmpiello, fra i tanti): a volte capita che la conoscenza personale dell’autore getia una luce sinistra anche sulla sua opera, con lui è accaduto il contrario. Maggiani è persona – prima che scrittore – sensibile, autentica, poetica…
Ad ogni modo, restando nell’ambito letterario, il suo talento come affabulatorio non teme confronti con nessuno. Dalle sue sorie bisogna lasciarsi prendere, seguendo il flusso narrativo, ricevendone in cambio emozioni e pensieri profondi.
Don Milani, una lezione ancora da imparare
Ieri sera ho presentato a Vigevano nell’ambito della rassegna letteraria l’incontro con Agostino Burberi, allievo di don Milani. Fu il primo bambino che il sacerdote vide quando, la sera del 7 dicembre del 1954, entrò nella chiesa di Barbiana. A fare il chierichetto c’era prorio lui, Burberi, che fece parte del nucleo originario dei primi 6 bambini che frequentarono la scuola di don Milani.
La sua testimonianza è stata bella e forte. Di certo, la lezione del prete di famiglia borghese cacciato dal prete in quel luogo sperduto che era allora – e in parte ancora è – Barbiana è ancora da studiare e assimilare.
Prendiamo la celebre Lettera a una professoressa (1967).
La parte critica evidenziava cinque nodi problematici nella scuola:
- emargina i poveri
- i programmi sono nozionistici
- è slegata dalla vita reale
- non aiuta i bambini a diventare cittadini consapevoli
- uso il voto in modo improprio
Quante di queste “accuse” sono da considerarsi obsolete?
Guardando alla parte costruttiva della lettera, le cose non cambiano.
In sintesi, si suggeriva di:
- non bocciare
- dare tempo a quelli che sembrano cretini
- dare uno scopo a chi è svogliato
Vi sembrano indicazioni superate, inutili?
Anche il metodo pratico seguito da don Milani e i suoi ragazzi conserva molte indicazioni utili: ad esempio la lettura quotidiana dei quotidiani, il ricorso a ricerche approfondite, i più grandi che insegnano ai più piccoli, i laboratori di scrittura…
Yiyun Li, solitudine alla cinese
E’ interessante vedere come gli autori cinesi raccontano il loro Paese, le profonde trasformazioni che lo stanno attraversando. Se poi l’autore in questione ha un punto di vista esterno sulle sue origini, il suo sguardo diventa ancora più degno di attenzione.
E’ il caso di Yiyun Li, cinese emigrata negli Stati Uniti, che ambienta il suo romanzo Più gentile della solitudine (Einaudi) interamente nel suo Paese d’origine. La storia narrata solo in apparenza è una faccenda “privata”, che riguarda la crescita, i sentimenti, gli amori dei quattro ragazzi protagonisti. Nella loro vicenda è possibile ravvisare una “lettura” della storia recente e del presente della Cina. Qui potete leggere la mia recensione integrale al romanzo.
Geronimo Stilton e Harry Potter, vi sono debitore
Proprio così: sono e sarò eternamente grato a questi due personaggi. Il perché è presto detto: stanno facendo innamorare della lettura i miei figli.
Pietro, 10 anni a dicembre, già ammiratore di Geronimo Stilton, questa estate si è dato alla lettura integrale delle avventure del maghetto inventato da J. K. Rowling. Divorati i primi due volumi della saga, ora sta puntando il terzo. Una bella soddisfazione, anche perché non si tratta di opuscoli di qualche decina di pagine… Sono letteratura vera, a tutti gli effetti.
Ettore, 8 anni a ottobre, sta invece lasciando gli album illustrati per immergersi in testi in cui il racconto è più esteso e l’immagine meno dominante. E sta facendo questo passaggio grazie a Geronimo Stilton, il topone-giornalista. Ama soprattutto la serie sui classici della letteratura: Il richiamo della foresta, Il corsaro nero, ora Iolanda, la figlia del corsaro nero…
Che dire? Harry Potter e Geronimo Stilton, vi amo, perché mi state sostenendo in uno dei compiti educativi più preziosi: trasmettere il valore della lettura!
Daria Bignardi salvata da Santa Rita
Non avevo mai letto nulla di Daria Bignardi. Il suo Santa degli impossibili (Mondadori) mi ha così sorpreso, piacevolmente. È una storia ben raccontata, con al centro una donna moderna, vicina alla realtà di tante donne di oggi, che si è persa fra mille occupazioni, la famiglia e il lavoro, e un sogno di “trascendenza” frustrato…
A darle una scossa, nella sua ricerca e inquietudine, sarà niente di meno che santa Rita… Ecco qui la mia recensione completa.
Il prete folle di Stephen King
Vale sempre la pena leggere i libri di Stephen King e il suo ultimo romanzo, Revival, pubblicato da Sperling & Kupfer, non fa eccezione. Raccontato in prima persona dal protagonista, un possibile alter ego dell’autore, arricchisce di una nuova figura la vasta letteratura con protagonisti i preti.
Ambler, Hitchcock e Agatha Christie messi insieme
Non sono un amante dei gialli, ma quando un libro, un romanzo sono di qualità, trascendono ogni genere e si impongono per la loro forza e bellezza. Il discorso vale per un libro che mi appassionato non poco: Viaggio nella paura di Eric Ambler (Adelphi), Hitchcock e Agatha Christie messi insieme.
Divine parole oltre il fango
Ho visto al Piccolo Teatro Studio Divine parole, nuova produzione affidata a Damiano Michieletto, alla sua prima regia per il Piccolo. Michieletto è un giovane regista affermato, anche e soprattutto fuori dall’Italia, per le regie per la lirica. Questa sua prova era molto attesa, anche perché il suo nome figura fra i possibile eredi di Ronconi.
Ebbene, lo spettacolo è tanto duro quanto visionario. Uno spettacolo che, sicuramente, induce alla riflessione e che è adatto a un pubblico adulto e maturo. Qui potete leggere la mia recensione.
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