Elenco degli articoli in "Visioni"

21 Ago 2022

Grossman, Esterno notte, Passione secondo Matteo: l’estate delle cose belle e lunghe

Passione secondo Matteo di Bach al Festival di Stresa.

La mia estate è stata accompagnata da tre capolavori: Stalingrado e Vita e destino di Vasilij Grossman, Esterno notte 1 e 2 di Marco Bellocchio e Passione secondo Matteo di Bach.

Libri, film e composizioni musicali accomunate da due caratteristiche: sono corposi, lunghi (850 + 800 pagine Grossman, quasi 6 ore Bellocchio, quasi tre ore Bach) e bellissimi.

Quando vediamo libri con così tante pagine, film e opere musicali così lunghi ci spaventiamo, ci scoraggiamo e lasciamo perdere. Perdendo così l’incontro con opere che coinvolgono, commuovono e trasformano.

Se vi imbattete in queste tre opere, non perdetevi d’animo, iniziatele e la loro forza vi conquisterà e vi porterà a goderveli fino in fondo.

Non importa se un’opera è lunga, importa se è bella. Se è bella, può essere lunga quanto vuole…

21 Mag 2022

Attingere alle radici per proiettarsi nel futuro

 

Udienza da papa Francesco per i 90 anni di Famiglia Cristiana.

Il messaggio del Pontefice: bisogna attingere alle radici non per compiere passi indietro o nel passato,  ma per crescere verso l’alto e proiettarsi in avanti.

26 Mag 2019

Quelle mostre Experience… che brutta esperienza

Visitatori alla mostra “Inside Magritte”.

Sono di gran moda, oggi le mostre multimediali. Si tratta di esposizioni che non esibiscono le opere degli autori, ma raccontano i loro autori e i loro lavori attraverso video. Spinto dal desiderio di avvicinare i miei figli all’arte, attraverso un linguaggio moderno e a loro congeniale, ho visitato la mostra Inside Magritte alla fabbrica del vapore di Milano, conclusasi a febbraio, e The Genius Experience, dedicata a Leonardo, in corso alla Cripta di San Sepolcro, sempre a Milano.

La mia experience? Deludente.

Provo a spiegare perché. Queste mostre consistono in sostanza in un video di un’ora circa che, puntando su effetti suggestivi e spettacolari, cerca di colpire il visitatore trasmettendogli una serie di informazioni. E in parte vi riesce, grazie a immagini coinvolgenti e ad affetto. Tuttavia, si tratta di un approccio estremamente superficiale all’arte, che lascia piuttosto vuoti. È una forma di fruizione dell’arte che non richiede alcuna fatica, al punto che non costringe nemmeno a confrontarsi con l’opera vera e propria, ma travolge con contenuti quasi esclusivamente visivi che suscitano sensazioni effimere.

Si dirà: è una modalità per incuriosire i più piccoli. In parte sono d’accordo, a condizione che questo genere di proposte venga utilizzato come introduzione a un autore e alla sua opera e venga poi completata con la visione delle opere vere e proprie.

Sempre la mostra multimediale su Magritte alla Fabbrica del Vapore.

Mi sembra che queste esposizioni “modalità Experience” seguano e alimentino la tendenza oggi dominante di fruire rapidamente e senza sforzo dell’arte (come di tante altre realtà), puntando tutto sulle emozioni, senza la fatica dello studio, della preparazione, dell’interpretazione, del ragionamento. Tante sensazioni, insomma, e poca profondità. E infatti ciò che resta nel cuore e nella mente è davvero poco.

Non avrebbe più senso, intendo anche in relazione all’educazione all’arte delle giovani generazioni, soffermarsi per un mese su una singola opera, spiegarne la genesi, le tecniche, risalire all’artista che l’ha creata, alla sua vita e alla sua epoca, metterla in rapporto con le sue altre creazioni e con quelle di altri artisti coevi o di altre epoche per affinità tematiche? Magari i ragazzi all’inizio dovrebbero fare qualche sforzo, ma sicuramente sarebbe ben ripagato con una soddisfazione ben più profonda e duratura.

Un’ultima nota: perché queste mostre, che non espongono le opere autentiche (una sola, di Warhol, in The Genius Experience), e che quindi non richiedono i costosissimi “affitti” dell’opera con relative spese di assicurazioni, trasporto ecc., hanno biglietti d’ingresso così cari? Esattamente come se si andasse a vedere Antonella da Messina a Palazzo Reale… Si tratta di costi a mio avviso ingiustificabili: commissionare a una qualche agenzia un video multimediale di un’oretta non comporterà mai le stesse spese dell’allestimento di una mostra con quadri “in carne e ossa”, anche a prescindere dalla differenza di valore fra le due modalità espositive.

Per approfondire: Contro le mostre di Vincenzo Trione e Tomaso Montanari (Einaudi).

Infine: visto che ho accennato al tema dell’educazione dei giovani, aggiungo soltanto che la Philosophy for Children (di cui in questo sito parlo molto e che ha spazi dedicati) garantisce una Experience che va in direzione opposta, essendo fondata sul ragionamento, il confronto, la ricerca individuale nella comunità di verità divise. Certo, nel suo farsi chiede più impegno, ma di sicuro regala frutti più succosi…

 

2 Giu 2018

Quando Ramin Bahrami tradì Bach

Qualche sera fa ho avuto l’onore di presentare, alla Feltrinelli di Piazza Duomo, a Milano, il pianista italo-iraniano Ramin Bahrami. Se seguite la musica classica, saprete che si tratta di uno dei maggiori interpreti e studiosi di Bach a livello mondiale. L’occasione era la pubblicazione, per Decca, del Clavicembalo ben temperato vol. 1 di Bach.

Oltre che un grande musicista, Bahrami è un intellettuale capace di riflettere sul valore della cultura e del dialogo fra i popoli. Ed è anche una persona molto simpatica e divertente.

Quella sera, dopo l’intervista che gli ho fatto, la parola è passata al pubblico. Uno dei fan di Bahrami gli ha posto questa domanda: «A parte Bach, che sappiamo essere il suo punto di riferimento assoluto, quali sono gli altri compositori da lei amati?».

Un lampo ha attraversato gli occhi del pianista, che ha subito ripreso, almeno in apparenza, il suo fare sornione. «Vi racconto questo aneddoto», ha cominciato. «Un giorno, mi è venuta voglia di suonare Mozart. Messo da parte il mio senso di colpa per non dedicarmi in maniera totale a Bach, ho suonato per ore le musiche del salisburghese. Il giorno dopo mi sono messo in viaggio, perché dovevo raggiungere il maestro Riccardo Chailly a Lipsia per registrare i Concerti per pianoforte di Bach. Per tutto il tempo mi sono portato dietro quel magone, per aver trascurato il mio Maestro. Arrivato a Lipsia, con il maestro Chailly abbiamo cominciato a studiare gli spartiti, ma lui si è accorto presto che qualcosa non andava. “C’e qualche problema, Ramin?”, mi ha chiesto. Allora gli ho aperto il cuore e mi sono confessato. “Sì maestro, ho tradito Bach”. E lui, sorpreso: “Con chi?”. “Con Mozart”, gli ho risposto. “Beh, è stata una bella scappatella”, ha replicato lui».

Credo che questo racconto valga più di tante parole per raccontare l’amore di Ramin Bahrami per Bach, la sua furba intelligenza e la sua simpatia. 

Ecco un video in cui il pianista presenta il Clavicembalo ben temperato, registrato in due Cd, uno per ogni volume.

26 Apr 2017

Perché le fiction Tv piacciono tanto?

Vi racconto un piccolo segreto della mia professione (che non è quella di insegnante di filosofia, come vorrei, ma di giornalista). Quando programmiamo i contenuti da inserire nel sito della testata per cui lavoro, Famiglia Cristiana, abbiamo imparato a tenere d’occhio la programmazione Tv, soprattutto le fiction o serie televisive.

Perché? Semplice: abbiamo constatato che centinaia, anzi migliaia di persone già nelle ore precedenti la messa in onda, poi durante la messa in onda e infine dopo la messa in onda cercano compulsivamente informazioni sul programma televisivo. Prima per orientarsi nella scelta del programma da seguire, poi per avere informazioni su ciò che sta vedendo (trama, attori e loro biografia, ecc.) e infine per approfondire qualche aspetto.

Il risultato è che i contenuti sulle fiction televisive ottengono sempre ottimi risultati, cioè sono fra gli articoli più letti in assoluto. Di recente, è successo ad esempio con Di padre in figlia, la vicenda di una famiglia trasferitasi in Veneto che ha una distilleria, comandata da un padre-padrone che, nel tempo e dopo tante battaglie, dovrà cedere il potere alle donne.

Il dato su cui riflettere è che questi contenuti suscitano un interesse e registrano un consenso di gran lunga superiore rispetto a contenuti o più impegnati, o più elaborati giornalisticamente, o più approfonditi, o dedicati a temi sensibili.

Conclusioni? Non si vuol qui fare la morale, però… La Tv vien prima della politica, dell’etica, della religione… Così è, se vi pare…

30 Mar 2017

La tartaruga rossa lascia senza parole

Purtroppo La tartaruga rossa, il film d’animazione di Michael Dudok, è stato al cinema solo tre giorni, dal 27 al 29 marzo. La speranza è che il film abbia una buona distribuzione nei circuiti dei cineforum, delle seconde visioni, delle sale di comunità, e poi in Dvd.

Il film lascia davvero senza parole. Non solo perché, in tutto il film, non ne viene pronunciata nessuna, salvo qualche urlo, ma per la forza della sua poesia. Che, appunto, può anche fare a meno delle parole.

Racconta la storia di un naufrago che approda in un’isola. Tenterà di tornare alla sua vita, imbarcandosi su una zattera da lui costruita, ma per tre volte un’enorme tartaruga rossa – come scoprirà solo al terzo tentativo – distruggerà il suo mezzo di fortuna.

Quella stessa tartaruga arriverà poi sulla spiaggia, dove il naufrago sfogherà su di lei la sua rabbia. Quando si pentirà del suo gesto, scoprirà che si tratta di un animale misterioso…

La tartaruga rossa, non a caso adottato dal mitico Studio Ghibli di Miyazaki, disegna una parabola poetica e potente sulla Natura e sulla Vita, sul loro rapporto. E sul doppio volto della natura che, come insegnava Leopardi, si rivela ora Madre ora Matrigna.

Godetevi intanto il trailer.

27 Feb 2017

La La Land val bene un Oscar

Emma Stone e Ryan Gosling

Voglio qui tributare il mio omaggio a La La Land, il musical che ieri sera, alla Notte degli Oscar, ha portato a caso 6 statuette ma non quella per il miglior film. Premetto che non ho visto Moonlight, il film vincitore nella categoria, mentre ho visto La La Land proprio sabato sera. La mia intenzione non è quella di contrapporre un film all’altro – non avrebbe senso, non avendone visto uno – ma di esaltare le qualità del musical di Damien Chazelle.

Vado subito al sodo.

La La Land è un bellissimo film perché:

  • è una storia d’amore romantica e poetica, che non scade nel melenso e nella retorica
  • dà voce al sogno che ognuno di noi si porta dentro
  • la regia è da regista consumato, nonostante Chapelle abbia solo 32 anni
  • sceneggiatura e costumi sono notevoli
  • evita un happy hand scontato, aggiungendo una vena di struggente malinconia alla storia
  • le musiche sono straordinarie

Quanto alla colonna sonora, scritta da un amico che il regista conosce fin da quando avevano 18 anni, voglio ricordare soprattutto il motivo al pianoforte che ricorre in tutto il film e City of Stars (ascoltandola al cinema, avevo pensato che era bellissima, perciò mi ha fatto piacere sapere che ha vinto l’Oscar per la miglior canzone).

Ve la faccio ascoltare:

Ho ragione o no?

26 Nov 2016

Palle di neve: la guerra non è divertente

I protagonisti di "Palle di neve".

I protagonisti di “Palle di neve”.

Consiglio a educatori, genitori, insegnanti e, perché no?, facilitatori di P4C con i ragazzi: guardate Palle di neve, un delizioso film di animazione nelle sale in questi giorni, ricco di spunti di riflessione e per discutere filosoficamente.

Se cercate una recensione completa al film, vi prego di cliccare su questa frase. Qui voglio aggiungere qualche considerazione. La prima è che l’animazione francese sta mettendo a segno dei colpi notevoli, ritagliandosi uno spazio rilevante fra i giganti americani (Dreamworks, Disney…). Cito ad esempio Ernest e Celestine di qualche anno fa, ora questo magnifico Palle di neve, la settimana prossima – e avremo modo di riparlarne – La mia vita da zucchina

La seconda considerazione aggiuntiva è che i film destinati a piccoli e ragazzi non solo stanno raggiungendo risultati estetici e tecnici spettacolari, ma stanno accentuando anche la loro componente educativa, pedagogica. E’ come se i produttori si fossero resi conto di avere un compito e dei doveri specifici nell’educazione dei giovani, soprattutto in virtù della presa che esercitano su di loro.

Non è una novità, d’accordo: si può dire che il cinema per l’infanzia e d’animazione fin dall’inizio abbia riconosciuto questa sua missione, senza la quale persltro non avrebbe mai ottenuto un tale successo. Però l’insistenza, la competenza (pensate allo studio psicologico messo in atto da un film come Inside Out) e la freschezza del linguaggio con cui sanno assolvere questo compito sono una apprezzabile novità di questi ultimi anni.

E adesso godetevi almeno il trailer di Palle di neve.

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Chi sono

Sono nato a Vicenza nel 1968. Mi sono laureato in Filosofia a Padova con una tesi su Martin Heidegger, poi ho frequentato il Biennio di giornalismo dell’Ifg di Milano. Sono caporedattore e responsabile del settore Cultura e spettacoli di Famiglia Cristiana. Mi sto occupando di Filosofia per bambini e per comunità (P4C). [leggi tutto…]

Preghiere selvatiche

There's a blaze of light In every word It doesn't matter which you heard The holy or the broken Hallelujah
Leonard Cohen