23 Ott 2015

Don Milani, una lezione ancora da imparare

Don Milani con i suoi ragazzi.

Don Milani con i suoi ragazzi.

Ieri sera ho presentato a Vigevano nell’ambito della rassegna letteraria l’incontro con Agostino Burberi, allievo di don Milani. Fu il primo bambino che il sacerdote vide quando, la sera del 7 dicembre del 1954, entrò nella chiesa di Barbiana. A fare il chierichetto c’era prorio lui, Burberi, che fece parte del nucleo originario dei primi 6 bambini che frequentarono la scuola di don Milani.

La sua testimonianza è stata bella e forte. Di certo, la lezione del prete di famiglia borghese cacciato dal prete in quel luogo sperduto che era allora – e in parte ancora è – Barbiana è ancora da studiare e assimilare.

Prendiamo la celebre Lettera a una professoressa (1967).

La parte critica evidenziava cinque nodi problematici nella scuola:

  1. emargina i poveri
  2. i programmi sono nozionistici
  3. è slegata dalla vita reale
  4. non aiuta i bambini a diventare cittadini consapevoli
  5. uso il voto in modo improprio

Quante di queste “accuse” sono da considerarsi obsolete?

Guardando alla parte costruttiva della lettera, le cose non cambiano.

In sintesi, si suggeriva di:

  1. non bocciare
  2. dare tempo a quelli che sembrano cretini
  3. dare uno scopo a chi è svogliato

Vi sembrano indicazioni superate, inutili?

Anche il metodo pratico seguito da don Milani e i suoi ragazzi conserva molte indicazioni utili: ad esempio la lettura quotidiana dei quotidiani, il ricorso a ricerche approfondite, i più grandi che insegnano ai più piccoli, i laboratori di scrittura…

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Chi sono

Sono nato a Vicenza nel 1968. Mi sono laureato in Filosofia a Padova con una tesi su Martin Heidegger, poi ho frequentato il Biennio di giornalismo dell’Ifg di Milano. Sono caporedattore e responsabile del settore Cultura e spettacoli di Famiglia Cristiana. Mi sto occupando di Filosofia per bambini e per comunità (P4C). [leggi tutto…]

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