Intervista a Luca Catalano Gonzaga
Ecco la mia intervista su Famigliacristiana.it a Luca Catalano Gonzaga, pubblicitario passato alla fotografia di impegno sociale, in occasione dellamostra su cambiamento climatico e infanzia allo Spazio Forma di Milano: http://www.famigliacristiana.it/costume-e-societa/cultura/visto/articolo/cambiamo-il-mondo-per-loro.aspx
Martini, il maestro di noi “degustatori”
La prima parola ha sempre un’importanza fondamentale: è la nota che rompe un silenzio, la luce che squarcia il buio, l’essere che sottrae campo al nulla. Scrivere significa creare. Per questa ragione, è per me un piacere e un onore dare vita a questo mio blog dedicando il primo articolo al cardinale Martini, appena scomparso. Come per milioni di persone, credenti e non, anche per me ha rappresentato molto. In lui ho ritrovato, in forma grandiosa, tanti elementi centrali della mia esperienza e del mio credo: l’ispirazione al Vangelo come “parola insuperabile” per l’uomo; il nutrirsi della meraviglie della cultura; l’apertura e il dialogo con chiunque abbia voglia di confrontarsi serenamente e seriamente; un’autonomia di pensiero che non è mai ribellione distruttrice, bensì critica costruttrice…
Nel suo editoriale sul Corriere e poi nell’intervista che mi ha concesso per Famiglia Cristiana, il direttore Ferruccio De Bortoli lo ha definito un padre e un maestro, in tempi in cui – aggiungeva – di maestri e di padri abbiamo un bisogno disperato. Ecco, Martini è stato padre e maestro. E davvero, oggi, in questi tempi mediocri e tragici, sentiremmo il bisogno di averne tanti. Abbiamo sete di figure non perfette, ma credibili, stimabili, non al servizio di qualche padrone, non vendute al denaro o al potere, non vili, non incapaci di vedere al di là del proprio naso… E quanta, quanta gente attorno a noi risponde a questa descrizione. Cerchiamo maestri, vogliamo padri, ma non se ne hanno tracce. Una belle serie giornalistica sarebbe proprio quella che tentasse di definire una galleria di maestri per i nostri tempi. Forse è anche un bel tema per questo blog e chi vorrà raccogliere la provocazione: vedete in giro qualcuno che meriti il nome di maestro o di padre? Uno degli obiettivi che mi prefiggo, con questo blog, è di dare voce a quei germi di valore, di bene, di bellezza che devono cambiare questo mondo, che a volte sembra davvero perduto.
Intervista a Edgar Morin
La mia intervista su Famigliacristiana.it al filosofo-sociologo-vecchio saggio Edgar Morin: http://www.famigliacristiana.it/costume-e-societa/cultura/letto/articolo/morin.aspx
Palladio accoglie Picasso (e Raffaello)
Finalmente ci attende una stagione di grandi mostre. Fra queste, per campanilismo (vedi luogo di nascita) non posso che sbilanciarmi per Raffaello verso Picasso che inaugurerà il 6 ottobre (Picasso sarà protagonista anche al Palazzo Reale di Milano).
E’ una mostra che – ancor prima di esaminare il catalogo delle opere esposte – vive di suggestivi accostamenti. Raffaello e Picasso, come annuncia il titolo. Ma anche Palladio che ospita i due grandi artisti. Sarà la splendida Basilica palladiana, che domina Piazza dei signori a Vicenza, a raccogliere e far incontrare Raffello e Picasso.
Si sviluppa così una trama avvincente di relazioni: Raffello, Picasso, Palladio; pittura e architettura…
Con grande curiosità attendo di vedere in quale direzione si sviluppi la correlazione fra i due artisti e come le loro opere vengano valorizzate nell’allestimento all’interno di una così nobile sede espositiva.
Mi occuperò della mostra in un dossier sull’arte per Famiglia Cristiana.
Maledetto Dostoevskij! (Vera letteratura: 1)
Questa è letteratura, ragazzi. Avevo conosciuto Atiq Rahimi attraverso il suo Pietra di pazienza, con cui aveva vinto il prestigioso Goncourt nel 2008. Splendido. Ora ho letto il recente Maledetto Dostoevskij, pubblicato, come il precedente libro, da Einaudi. E la sensazione, a lettura ultimata, è che siamo in presenza della vera, grande letteratura. Sensazione che non capita di provare tanto spesso. Ci sono libri più o meno riusciti, più o meno buoni; e poi i grandi libri, quelli che fanno vivere la letteratura e rendono immortale il romanzo – a dispetto delle polemiche sulla sua fine.
Un ragazzo sta per ammazzare una vecchia usuraia che costringe la fidanzata a prostituirsi. E, ascia alla mano, sospesa in aria, gli viene in mente Delitto e castigo di Dostoevskij. Che non cesserà di maledire in tutto il romanzo, perché assumerà i connotati della coscienza, che gli conficca nel cuore un senso di colpa da cui non riuscirà a liberarsi se non sottoponendosi a giudizio.
Alcune pagine sono memorabili. Valga la prova”orecchie alle pagine”: ne ho fatte ben 22. Pagine che valgono come e più di un trattato di filosofia morale e di diritto.
Come? Non si fanno le orecchie alle pagine? Sappi che nemmeno io li ho fatti, fino a qualche anno fa, considerando il libro alla stregua di un oggetto sacro che, quasi immacolato, doveva passare dalle mie mani alla libreria. Invecchiando, ho cambiato idea. Un libro diventa tuo nella misura in cui lo vivi. E lasciare un segno materiale, quale l’orecchia, alla pagina, mi permette non solo di ritrovare facilmente alcuni passaggi o dialoghi, ma anche di tornare a leggermeli quando, in futuro, mi ritornerà alla mente la storia.
Su questo libro scriverò una recensione per Il nostro tempo.
Scriviamo, scriviamo… E quando leggiamo?
Nella società in cui siamo connessi 24 ore al giorno, e in cui per stare al passo con i tempi bisogna – oltre a vivere e lavorare – avere un sito, un blog, un profilo facebook, essere iscritti al social network per la professione, e poi a quello per coltivare le nostre passioni, mandare decine di mail al giorno ecc. siamo portati a scrivere in continuazione. In ciò non vi sarebbe forse nulla di male, se non fosse per un fatto: quando leggiamo? o, più concretamente, quanto tempo ci resta per leggere?
Siamo incessantemente chiamati a “dare”, a esporci, a raccontarci, a prendere posizione, a dire la nostra su tutto, ma quando e come leggiamo, cioè studiamo, pensiamo, meditiamo, per raccogliere informazioni? Siamo una caraffa che versa acqua senza sosta, ma rischiamo di lasciarla vuota.
Mi sono fatto una domanda: da quando uso la posta elettronica, navigo in Internet, ho un blog e un tablet, ecc., il tempo che dedico alla lettura, allo studio, all’approfondimento è aumentato o diminuito? Da parte mia, è diminuito. Perciò cerco di non dimenticarmi di spegnere il tablet o il pc per concentrarmi su un libro. Se non si vuole dire sciocchezze, o cose sempre più vuote e banali, ci vorrebbe più silenzio.
Il discorso mi riporta alla mente un fenomeno che si verifica soprattutto in Italia: il numero di chi scrive è, rispetto a quello di chi legge, sproporzionato. Con il self-publishing la tendenza non può che esasperarsi.
I primi studi sulla lettura di testi in formato digitale, infine, indicano che si è portati a leggere più velocemente, ma rinunciando ad approfondire.
Non vi sembra che vi siamo molti pericoli, in tutto cio?
Non male come inizio della categoria “pensieri” di un blog, no?
Bentornato Ecopass
Lunedì 17 settembre torna l’Ecopass a Milano, ovvero l’ingresso in città sarà consentito solo a determinati veicoli (esclusi i più inquinanti) e gli altri dovranno comunque pagare per entrare nella cerchia dei bastioni. Meno male.
Ricorderete la surreale vicenda. Il provvedimento varato dalla Giunta Pisapia era stato sospeso in seguito al ricorso di un garage privato della zona Duomo. Il Consiglio di Stato gli aveva dato ragione, in base al principio che veniva leso un interesse economico privato. Domande: l’interesse economico prevale sulla salute? l’interesse privato prevale su quello pubblico? una legge non è, sempre e comunque, un compromesso, una limitazione di alcune libertà individuali (senza che vengano intaccati i diritti fondamentali della persona) in nome di un bene collettivo?
Nel periodo di attivazione l’Ecopass aveva ridotto il traffico del 34 per cento, migliorando di conseguenza la qualità dell’aria e diminuendo il numero degli incidenti. Circa 25 mila auto in più hanno varcato la soglia dei bastioni durante la sospensione. Ricordiamo anche che l’associazione dei pediatri, in passato, aveva più volte lanciato l’allarme sull’aumento delle malattie respiratorie fra i bambini e che Milano supera i limiti stabiliti dall’Unione europea già al terzo o quarto mese dell’anno.
Dunque: bentornato Ecopass. Non sarà, questa, la versione perfetta e ideale, ma è meglio di nulla, è un tenativo che va nella direzione giusta. E’ il segno di un nuovo modo di pensare la città e la vita, che rimette al centro la persona con i suoi diritti. Una piccola rivoluzione, da sostenere.
Pippi, eroina per i bambini di ogni tempo
Ieri sera ho cominciato a leggere Pippi Calzelunghe di Astrid Lindgren ai miei bambini. Seguiamo la bella edizione della Nord-Sud con le illustrazioni a collage di Lauren Child (nomen omen!, quale migliore cognome per chi illustra libri per l’infanzia?).
Ho incontrato attenzione e una certa suspense. Questa ragazzina impertinente, curiosa, vivace e, sotto sotto, piena di malinconia riesce davvero a conquistare i bambini. Proseguiremo con un paio di capitoli per sera, vediamo come reagiranno. Di sicuro, una bella lettura, avvincente, capace di farli sognare. Mi spingo a dire: uno dei capolavori della letteratura per l’infanzia, per cui lo consiglio a tutte le mamme e i papà. Glielo si può leggere dai 5-6 anni. Perché lo leggano in autonomia, bisogna spettare gli 8-9.
Un dettaglio autobiografico: la trasposizione cinematografica del libro è stato il mio primo film su grande schermo!
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