Antonio Conte è Antonio Conte
Tutti addosso al mister dopo lo sfogo nella conferenza stampa post Juve-Benfica. Allora ho scritto questo articolo per “difenderlo”. Un divertissement, nulla di più…
Io mi sono divertito a immaginarlo; e voi a leggerlo?
Recalcati: il perdono allunga l’amore
Amarsi, magari sposarsi e fare dei figli, e poi lasciarsi. Ormai sembra un percorso normale, inevitabile, a cui ci siamo assuefatti. Guardate Gwyneth Paltrow e Chris Martin… Ogni esistenza è un mistero, figuriamoci l’unione fra due persone. Ed è del tutto impossibile conoscere fino in fondo l’anima di ogni individuo e la storia di ogni coppia. Non si tratta di giudicare, ma di riflettere su questa consumistica rassegnazione all’amore che finisce.
È così? Dovrebbe essere così? Non è più come prima di Massimo Recalcati (Raffaello Cortina) ha il merito, anzitutto, di parlare dell’amore che dura. Perché questo, aggiungo io, è il vero amore.
A volte il cammino di una coppia vive il trauma del tradimento. Come la mettiamo, allora, se crediamo nell’amore che non finisce? Partendo dalla sua esperienza di psicoanalista, l’autore propone una «elogio del perdono nella vita amorosa». In questo articolo analizzo il saggio e ne sottolineo le implicazioni. Amore che dura, addirittura dopo un abbandono; perdono… Concetti inattuali, forse, ma essenziali a un’idea non consumista e utilitarista dell’amore.
Aldo Nove incantato da san Francesco
Incredibile come un uomo vissuto vari secoli fa continui ad affascinare, colpire, trasformare chiunque abbia notizia di lui. Il messaggio e la vita di san Francesco sono così radicali, puri, semplici da entrare dritti nel cuore. Non sono esenti da questa infatuazione gli scrittori di tutti i tempi. Di recente, Alessandro Mari e Dacia Maraini – per citare qualche nome – gli hanno reso il loro omaggio.
A loro si è aggiunto ora Aldo Nove, con il suo Tutta la luce del mondo (Bompiani): un libro bello, poetico, sentito che prende a pretesto la figura del nipote di Francesco, Piccardo, per rievocare un Medioevo fantastico, la storia del poverello di Assisi, la vocazione di Chiara… In questo articolo ho analizzato il suo romanzo.
E poi è arrivato quell’altro Francesco, il Papa argentino che, non a caso, ha scelto il suo nome…
Hans Joas, la persona è sacra
Ho letto un saggio straordinario: La sacralità della persona di Hans Joas (Franco Angeli). Vi ho trovato l’esposizione argomentata di una serie di idee fondamentali della nostra storia culturale.
In sintesi: il lungo e travagliato processo di evoluzione della cultura (occidentale) è approdato alla verità che la persona è portatrice di diritti, che la persona ha dignità in quanto tale.
Ora, tale fondamentale esito su che cosa si fonda? Secondo il filosofo e sociologo tedesco, sulla sacralità della persona, la quale, a sua volta, poggia su due colonne: l’anima e il dono.
Concludo dicendo che, fossi un docente di filosofia, renderei obbligario lo studio del saggio.
Freccia, una vita oltre la linea di fondo
Il Premio Ital0 Calvino continua a scoprire nuovi, promettenti autori. Di ricente, ricorderete La vita accanto (Einaudi) di Mariapia Veladiano. Nel 2013 ha ottenuto una segnalazione dal Comitato dei lettori La linea di fondo di Claudio Grattacaso, ora pubblicato da Nutrimenti.
Un buon romanzo, con qualche lieve incoerenza, comunque una buona opera prima, che aggiorna l’elenco dei prodotti culturali che si ispirano al mondo dello sport come metafora della vita. Qui si racconta la storia di Freccia, promessa del calcio destinata al successo, sulla cui strada si mettono un infortunio, il calcioscommesse e un peccato originale… Ecco la mia recensione completa al romanzo.
Braccialetti rossi, alleanza letteratura-Tv
Va sottolineato il successo della fiction Rai Braccialetti rossi. In primo luogo per il valore sociale e morale del programma, ben altra cosa rispetto a tante altre fiction che hanno poco da dire e meno ancora da insegnare. Qui qualità del prodotto e valore del conteuto si sposano.
Merito di un altro matrimonio felice: quello fra la TV e la letteratura. Qui racconto chi è e quale storia abbia Albert Espinosa, l’autore da cui è stata tratta la serie Braccialetti rossi. Un’unione fortunata, che, speriamo, darà altri frutti…
Sorrentino, la grande bellezza. O bruttezza?
C’è un paradosso legato al trionfo – meritatissimo – di La grande bellezza di Paolo Sorrentino agli Oscar. Sta in questo: che l’Italia torna a vincere l’ambita statuetta, e quindi a dare fiato all’orgoglio nazionale, al made in Italy culturale, con un film che denuncia la deriva morale in cui è precipitato il Paese. La grande bellezza mostra, scegliendo il contrasto con il sempre stupefacente scenario offerto da Roma e dalla sua bellezza, la bruttezza morale che ci attanaglia, il vuoto in cui siamo caduti.
Curioso che nessuno abbia sottolineato tale paradosso. Ho provato a discuterne in questo articolo: molti, e interessanti, i commenti dei lettori.
Luigi Zoja, l’utopia del terzo millennio
Che senso ha parlare di utopie oggi? Dopo che, nel secolo scorso, ne abbiamo visto gli esiti drammatici? Dopo che sappiamo dove ci hanno condotto nazismo, comunismo, oggi possiamo dire anche il liberismo, e comunque ogni ismo?
Luigi Zoja lo fa in Utopie minimaliste (Chiarelettere), discernendo però le utopie (ideologie)-massimaliste (totalitarie) dalle utopie minimaliste. In questo link pubblico l’intervista che dà conto di una mia lunga conversazione con lo psicoanalista.
Qui aggiungo solo che ho conosciuto (intellettualmente) Zoja grazie a un testo che mi ha colpito moltissimo, La morte del prossimo (Einaudi), nel quale ha saputo identificare una tendenza a mio avviso fondamentale dei nostri tempi. Nell’articolo che scrissi, esortavo l’autore ad aggiungere all’analisi una proposta. Fu così gentile da rispondermi privatamente, dicendo, in sostanza, che tutti gli chiedono risposte, ma lui non ne ha. In realtà il nuovo libro sullo utopie minimaliste è un testo propositivo, costruttivo.
Mi piace pensare che sia la sua risposta, quella che, quando mi scrisse, forse non aveva (nemmeno lui) ancora chiara.
Guai a una società senza pensiero
Storicamente, il potere ha sempre temuto e cercato di sopprimere la cultura, il pensiero, la capacità di ragionare ed esaminare le questioni con spirito critico e autonomo. Non si sa se per calcolo o per semplice ignoranza, esiste un progetto che mira a ridurre l’insegnamento della filosofia in alcune facoltà universitarie e nella scuola superiore.
La filosofia è l’insegnamento che per eccellenza fornisce gli strumenti per sviluppare il pensiero e così diventare cittadini adulti. Una società progredita e intelligente dovrebbe promuoverne la diffusione, anziché limitarne la presenza nei programmi didattici.
Per fortuna si è levato un movimento volto a contrastare questo grave pericolo. In questo articolo riporto l’appello che espone con lucidità gli argomenti a favore dell’essenzialità della filosofia per la ragione umana e trovate il link per sottoscriverlo. L’hanno firmato tutti i più grandi filosofi italiani, professori, gente comune, cittadini che non vogliono vivere nella società del Grande fratello.
Moresco, la lezione d’amore dei barboni
Antonio Moresco è uno di quegli scrittori che ha faticato per veder riconosciuta la sua bravura. Il sistema editoriale l’ha a lungo respinto, prima che, finalmente, la sua distinta vocazione letteraria venisse “accettata”.
Ora l’autore, classe 1947, originario di Mantova, sta portando a termine l’opera della sua vita, Gli increati. Intanto, si diletta a regalare ai lettori qualche assaggio delle sue doti. Come è accaduto con la sua Fiaba d’amore (Mondadori): una favola vera e propria, che comincia con un “c’era una volta”, e che ha per protagonista un barbone, di cui, contro ogni previsione, e come accade solo nelle favole, appunto, si innamorerà una ragazza molto avvenente.
Dall’incontro fra i due, scaturirà una bella lezione d’amore per tutti…
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