3 Gen 2013

La compagnia Colla fa sognare con Alì Baba

Ieri sono stato a vedere Alì Baba al Piccolo Teatro di Milano con Lucia. Che bello quando il capo dei ladroni ha detto “Apriti Sesamo” e la roccia si è aperta! I ladroni avevano portato tutti i tesori che avevano rubato lì dentro. Anche Alì Baba entra nella grotta dicendo “Apriti Sesamo” . Prende un po’ di soldi e una collana per sua moglie e li porta a casa. Ma il capo dei ladroni vuole riprendersi il suo tesoro e si fa invitare a casa di Alì Baba. Per fortuna lo salva la serva Morgana, bruciando i ladroni con l’olio bollente. Alla fine chiamano le guardie che portano in prigione il capo dei ladroni e Alì Baba e la sua famiglia fanno festa.

Mi è piaciuto tanto quando dicono “Apriti Sesamo”. Le marionette erano fatte molto bene. Il palazzo di Alì Baba era molto bello, gli animali anche. Questo spettacolo mi ha colpito più degli altri perché usavano le marionette fatte giuste. Mi piacerebbe andare ancora a vederle.

(Recensione di mio figlio Pietro, 7 anni, allo spettacolo Alì Baba della storica compania Colla, visto ieri al Piccolo di Milano, con la famiglia e gli amici Lucia, Lorenzo e Alice. Concordo con Pietro su tutto: portate i vostri bambini).

 

31 Dic 2012

L’augurio per il 2013: più cultura

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“L’Italia doro” di Luciano Fabro (1971).

Che cosa augurarci – a noi come Paese e come amanti delle degustazioni culturali – per il 2013?

L’augurio sorge spontaneo leggendo la classifica dei musei più visitati nel 2012. Per farla breve, nella top ten mondiale l’Italia non figura per nulla, nemmeno nelle posizioni finali. D’accordo, ai primi posti troviamo mostri sacri delle istituzioni culturali come il Louvre di Parigi (1° posto), il Metropolitan di New York (2° posto), il British Museum di Londra (3°posto). D’accordo, Francia, Stati Uniti e Inghilterra sono colossi politici, che sullo scacchiere mondiale contano ben più dell’Italia. Però…

Però 1: il nostro patrimonio culturale (e ambientale, non dimentichiamolo) è inferiore?

Però 2: non è che questi Paesi sanno fare più sistema di noi?

Però 3: non è che sanno valorizzare e promuovere quello che hanno meglio di noi?

Però 4: non è che credono e investono nella cultura più di noi?

Si dirà: sono nazioni più popolose della nostra e con un enorme flusso turistico. Appunto: molto si potrebbe ragionare sul legame fra denatalità e svilimento del nostro patrimonio culturale e ambientale (ovvero il disconoscimento della nostra identità originaria); e altrettanto si potrebbe dire quanto al continuo calo dei turisti che scelgono il Belpaese per le loro vacanze e i loro viaggi. Fra valorizzazione e investimento culturale e fiducia nel futuro esiste un legame profondo.

Quindi: l’augurio di un anno con più cultura, a tutti voi e al nostro Paese.

29 Dic 2012

L’isola di De Carlo è quasi un capolavoro

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“Eruzione dell’Etna” di Renato Guttuso.

Dunque, Villa Metaphora di Andrea De Carlo (Bompiani) è un capolavoro? Me lo ha chiesto ieri sera un amico, che aveva letto il mio appunto sul romanzo dello scrittore (vedi qui). Nel frattempo ho ultimato il libro, naturalmente, e la mia impressione è che siamo in presenza non di un capolavoro, forse (quelli arrivano dal “cielo”, si sa), ma di un ottimo romanzo sì.

Perché? Perché le oltre 900 pagine sono avvincenti e non annoiano mai; perché la scrittura di De Carlo è, al solito, felice e piacevole; perché ha scolpito, attraverso la galleria di personaggi che trascorre una vacanza nel resort di lusso sull’isola di Tari, fra la Sicilia e l’Africa, altrettanti modelli umani, se non antropologici, credibili e verificabili nella nostra esperienza quotidiana; perché i numerosi riferimenti all’attualità – che tengono fede all’aspetto metaforico dichiarato già nel titolo – sono stimolanti e godibili

Un altro elemento va sottolineato: una sorta di impegno civile che, benché non costituisca forse la ragione primaria dell’opera, traspare dalle pagine.

Qualcuno ha espresso opinioni diverse dalla mia. L’ultima edizione del Domenicale del Sole 24 Ore, ad esempio. Che è viziata, a mio parere, da un grosso limite: non ha colto l’ironia che l’autore ha voluto immettere, dalla prima all’ultima pagina, nel suo racconto. E’ questo sorriso nascosto a rendere plausibile il tutto e ad evitare che si risolva in un drammone pretenzioso.

Leggere per credere…

24 Dic 2012

Scommettiamo sul futuro (Lui l’ha fatto)

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Non si riflette mai abbastanza sul fatto che il Natale è la nascita di un Bambino: il fatto più naturale e al tempo stesso più sconvolgente del mondo. Tagore diceva: ogni bimbo che nasce ci fa sapere che Dio non è stanco dell’uomo.

Anche chi non ha fede, può vedere in questo evento un’irruzione del mistero nella vita, il farsi presente della Vita stessa. In un’intervista al Corriere della sera di sabato 22 dicembre, lo psicologo Massimo Ammaniti sottolineava che ogni nascita è un’apertura al futuro, tanto che la fortuna degli Stati, e le loro crisi, sono sempre collegate agli indici di natalità. E questa è una constatazione totalmente laica.

Ogni Bambino porta vita, sconquassa l’esistente, lo rinnova, “ricarica” il futuro, rompe gli equilibri, rende possibili nuove ipotesi, apre all’inconoscibile e all’imprevedibile. Dota il mondo di nuove energie e possibilità.

Sembra incredibile, ma è un Bambino a immettere effetti così diremponenti nel corso della storia.

Buon Natale.

19 Dic 2012

Luca Sapio, sembra afroamericano

Devo a un mio collaboratore la scoperta di un autore davvero interessante della nuova scena musicale italiana: Luca Sapio. Ha appena vinto il Premio per la musica indipendente con l’album Who Knows, e non si fatica a a capire perché. La sua abilità nel contaminare jazz, soul e blues è notevole; la voce intensa, profonda, da afroamericano…

Nell’intervista rilasciata a Famigliacristiana.it (vedi qui) lascia intendere da quale background di pensiero provenga la sua musica: quello che conta, dice, è essere persone vere, non rifilare al pubblico gadget musicali effimeri di cui non resterà nulla. Molto tristi le parole sull’Italia…

Una bella scoperta, davvero.

18 Dic 2012

A testa alta, noi figli della Costituzione

Roberto Benigni

Credo sia superfluo ogni commento. Due sole cosa vorrei sottolineare. La prima: il carattere costruttivo, propositivo, di stimolo e incentivo a creare una società giusta e con pari opportunità della nostra Costituzione. Benigni ha il merito di averlo a più riprese sottolineato: la Carta non è un insieme di divieti (non fare…), ma un continuo invito ai politici e ai cittadini di promuovere, edificare una società bella e vivibile per tutti. È il sogno di un Paese e di un mondo di diritti e opportunità.

La seconda: l’esaltazione di una politica nobile, alta, elegante, votata al bene comune, incarnata dai nostri padri costituenti. Di fronti ai quali i mestieranti di oggi stingono come squallidi nani.

(Grazie Benigni).

15 Dic 2012

Due o tre libri che regalerei

E’ consuetudine che un amico, a Natale, mi chieda i titoli di alcuni romanzi da regalare alla moglie. Anche quest’anno ho preparato un foglietto con i miei suggerimenti. Nella foto che vedete qui sopra, ecco gli autori e i titoli segnati nella parte alta del foglietto.

Si tratta di libri di diverso valore e natura, ma tutti meritevoli di una lettura.

13 Dic 2012

Etty Hillesum, trovare il bene nel male

Etty Hillesum

Adelphi ha pubblicato l’edizione integrale dei Diari di Etty Hillesum, la ragazza ebrea che, nel buio del lager, seppe trovare e  donare luce. È la prima volta che questa preziosa testimonianza viene presentata nella sua interezza. Ho scoperto la sua storia e, soprattutto, il suo messaggio grazie a una cara amica, che in lei ha trovato un esempio e la forza per vivere e dare senso al suo dolore personale.

L’inestimabile insegnamento che viene da questa giovane è che anche al cospetto del male, dell’ingiustizia, della disumanizzazione è possibile non solo non perdere la propria dignità di persone, ma anche inseguire e gustare una inspiegabile gioia e pienezza. Nella più piena e assurda insensatezza c’è un senso. Tutto ciò ha a che fare con il mistero del dolore, del male, e con la sua accettazione. Un tema che – lo confesso – mi resta ostico e insuperabile. Di fronte al male, la mia reazione tende a vincerlo, superarlo, trasformarlo almeno. Difficile è, per me, l’accettazione. Eppure di continuo sbatto contro questa parola: l’accettazione della vita, anche nelle sue pieghe negative. La mia pochezza mi porta a scindere l’energia e l’impegno attivo da mettere in campo contro il male dalla sua accettazione, come poli incompatibili e inconciliabili. Forse non è così, sicuramente non sarà così.

Ho letto con enorme interesse, in questo senso, La bontà insensata di Gabriele Nissim.

Etty che dice? Che di fronte a ciò che non può essere cambiato, resta la possibilità dell’accettazione e di uno sguardo interiore che conduce a una gioia e a una serenità insospettabili. “Non sforzarti di cambiare ciò che non puoi cambiare, sforzati di cambiare ciò che puoi cambiare”, recita un detto francescano. Di certo, dalla natura della nostra “risposta” esistenziale al male che incontriamo dipende la qualità della nostra vita, della nostra serenità. Senza una personale risposta allo scandalo del male, qualcosa continuerà a inquietarci, come una spina conficcata nel cuore.

Mettiamoci all’ascolto di Etty, dunque.

11 Dic 2012

Andrea De Carlo ha scritto un capolavoro?

Andrea De Carlo ha pubblicato “Villa Metaphora”.

Sto leggendo, con gusto, piacere e curiosità, l’ultimo romanzo di Andrea De Carlo, Villa Metaphora (Bompiani), un romanzo di oltre 900 pagine. E, arrivato a metà, non posso fare a meno di chiedermi se è un capolavoro. Sì, un capolavoro: una parola, un giudizio che – sia chiaro – ho chiamato in causa molto raramente per la narrativa contemporanea. Per Lo stato delle cose di Richard Ford, per La torre di Uwe Tellkamp, mai, se la memoria non m’inganna, per scrittori italiani…

Ebbene, la sensazione è che De Carlo abbia davvero realizzato un’opera di grande valore, congegnata in maniera perfetta dal punto di vista narrativo, dando prova di una padronanza assoluta della materia e della lingua; piena di storia e di storie, di personaggi, di trama, di plot, insomma, non un puro e manieristico esercizio letterario; ricca di implicazioni, significati, rimandi all’attualità nemmeno tanto coperti, ma non per questo meno efficaci ed esilaranti…

Un capolavoro, dunque? Lo scriverò appena conclusa la lettura. Intanto segnalo la presenza di un libro ispirato, maturo, avvincente, che profuma di…

9 Dic 2012

Vertice sul clima a Doha, avvistato Nietzsche

E quindi il vertice di Doha sui cambiamenti climatici si è chiuso con un bilancio magro, un bicchiere tre quarti vuoto, per riprendere l’efficace immagine del ministro Clini.  Pochi impegni immediati, tanti rinvii, scarsi i fondi investiti, le potenze dell’economia mondiale che si chiamano fuori…

Per capire gli effetti sul clima di tale miopia politica mondiale, rimando all’analisi di Luca Mercalli su la Stampa di oggi, basata tutta sulla fisica climatica e per nulla su pregiudizi ideologici.

Da parte mia, vorrei introdurre un tema: la necessità di una filosofia del clima. Se la fisica climatica evocata da Mercalli fornisce i dati empirici di base, resta da elaborarli in senso filosofico, per capire quali significati abbiano per la vita dell’uomo e dell’universo. Provo a mettere sul tappeto alcune linee di questa ipotetica filosofia del clima, attraverso la formulazione di alcuni interrogativi:?

1) quale rapporto fra l’uomo e ciò che è altro da lui emerge dall’atteggiamento miope rivelato per l’ennesima volta a Doha? e, in particolare, come va intesa la responsabilità dell’uomo rispetto non ai suoi simili, ma a chi è ontologicamente altro da lui, vale a dire la natura, le cose inanimate, gli animali?

2) siamo in presenza di una radicalizzazione del dominio della tecnica di heideggeriana memoria?

3) e della nietzscheana volontà di potenza?

4) come si spiega dal punto di vista antropologico l’incapacità dell’uomo di valutare gli effetti delle sue azioni, anche quando rischiano di ritorcersi pesantemente contro di lui?

5) come è possibile ripristinare un rapporto equlibrato fra l’uomo e la sua “casa”?

Chi sono

Sono nato a Vicenza nel 1968. Mi sono laureato in Filosofia a Padova con una tesi su Martin Heidegger, poi ho frequentato il Biennio di giornalismo dell’Ifg di Milano. Sono caporedattore e responsabile del settore Cultura e spettacoli di Famiglia Cristiana. Mi sto occupando di Filosofia per bambini e per comunità (P4C). [leggi tutto…]

Preghiere selvatiche

There's a blaze of light In every word It doesn't matter which you heard The holy or the broken Hallelujah
Leonard Cohen