Che cosa intendi per “rispetto”?
Rispetto: parola stupenda, quanto abusata. Pretendono rispetto persone e gruppi che non lo meritano; viceversa, chi lo meriterebbe, spesso, non ha la fortuna di “riceverlo”. Eppure un’etica senza rispetto o, più radicalmente ancora, una vita senza rispetto è inimmaginabile. Vale la pena allora cercare di indagare il concetto.
Possiamo farlo con l’ausilio di un bel volumetto di Roberto Mordacci, docente di Filosofia morale all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, intitolato semplicemente Rispetto (fa parte della collana Moralia, diretta dallo stesso Mordacci).
In breve, la lettura del saggio, pubblicato da Raffello Cortina, mi ha lasciato queste indicazioni:
1) storicamente il rispetto si è declinato come rapporto asimettrico, diseguale, fra un inferiore e un superiore
2) il rispetto della persona o dell’individo in quanto tale è una conquista moderna
3) essa si fonda sul riconoscimento della persona
4) tale riconoscimento scaturisce dalla consapevolezza che l’individuo è portatore di un quid irriducibile: la libertà o capacità di autodeterminazione
5) anche le espressioni della creatività umana (le opere d’arte ad esempio) e la natura (animali, paesaggio) hanno diritto al rispetto, secondo una gradazione determinata dalla gerarchia ontologica
6) fondamento necessario della morale, il rispetto deve avere anche una valenza politica
Gli spunti, come si vede, non mancano.
Prima pensare, poi parlare (o scrivere)
Un bell’articolo di Cristina Taglietti su la Lettura del Corriere della sera di domenica 23 settembre offriva interessanti elementi sul tema che ho affrontato in uno dei miei pezzi. In breve: oggi più che mai siamo sollecitati a scrivere, parlare, dire la nostra, prendere posizione, insomma esporci… Le nuove tecnologie hanno esasperato questa tendenza, portata dalla società dell’apparenza e dell’io, garantendo a tutti un pulpito e una potenziale platea di uditori.
L’articolo della collega si intitola Spegnete sms e tablet. I ragazzi non sanno leggere. Richiamo uno dei passaggi cruciali: «Si è passati da un’idea di lettura che richiede silenzio e solitudine, a quella attuale fondata su impazienza e interruzioni». Qualcuno ha scritto che siamo passati da una lettura – quindi un sistema di apprendimento – verticale (che dal testo rimandava a un livello più profondo di simboli, significati, segni la cui comprensione richiedeva concentrazione e riflessione) a una lettura orizzzontale (per cui si scivola da una cosa all’altra, velocemente, senza soffermarsi). Altro passaggio fondamentale: «Forum, sms, Facebbok e Twitter veicolano testi non argomentativi, sconnessi: la scrittura è diventata una pratica non controllata». Risultato? I docenti si dicono preoccupati, perché i ragazzi non sono più in grado di affrontare ed esaminare untesto scritto.
I genitori sono soliti dire ai figli, troppo impulsivi e istintivi: “Pensa, prima di parlare”. Vale per tutti, con l’aggiunta: “Pensa e leggi, prima di parlare e di scrivere!”.
Se la memoria m’inganna (Vera letteratura: 2)
Vi avevo parlato di Maledetto Dostoevskij di Atiq Rahimi, definendolo un romanzo bellissimo, di quelli che ci ricordano che cos’è la vera letteratura. Ora, poiché non è facile imbattersi in libri che abbiano una statura del genere, non perdo l’occasione per inserire nella categoria “vera letteratura” (di qui il titolo di questo articolo) Il senso di una fine di Julian Barnes, vincitore del Man Booker Prize e pubblicato da Einaudi. Romanzo potente, vicino alla perfezione. Anche in questo caso la “prova orecchie” non lascia scampo.
Un’altra prova a cui sottopongo i romanzi che leggo è quella del tempo. Se una storia mi ritorna alla mente nei giorni successivi, una volta terminata la lettura, significa che mi ha lasciato un’eco profonda, che non è scivolato sulla superficie della mia coscienza, che ha inciso la mia sensibilità.
Il senso di una fine è la storia di un uomo mediocre, che mediocremente vorrebbe chiudere la sua parabola esistenziale. Qualcosa, dal passato, lo costringe a rivedere sotto un’altra luce se stesso e la vita fin lì vissuta. Un thriller piscologico sul valore dei ricordi, la forza mistificatrice del ricordo, la responsabilità individuale, il rapporto fra libertà e destino. Una gran, bella lettura.
Ecco la recensione che ho scritto per Il nostro tempo: http://www.ilnostrotempo.it/?q=node/280
Filosofia della chirurgia estetica
Un mio articolo per Il nostro tempo su un saggio interessante: Contro la falsa bellezza. Filosofia della chirurgia estetica (il Melangolo): http://www.ilnostrotempo.it/archiviopdf/2011/tempo_02/ILNTEMPO002G1Q_013.pdf
Credo che una delle funzioni fondamentale della filosofia sia proprio quella di sottoporre all’esame critico della ragione fenomeni sociali quali il diffondersi della chirurgia estetica.
Volare in cielo, con Nekrosius
Stasera vorrei tanto essere a Vicenza, all’interno dello stupefacente Teatro Olimpico, di concezione palladiana. Andrà in scena Paradiso di Eimuntas Nekrosius, il regista lituano considerato uno dei maestri della scena contemporanea.
In primavera aveva portato in scena la prima parte del poema dantesco in un festival pugliese. Ora il progetto si conclude a Vicenza. Interessante la prospettiva a partire dalla quale Nekrosius ha sviluppato la sua lettura: la lotta dell’uomo contro la forza di gravità (possiamo ipotizzare che siano i limiti, il male, il vizio insito in ogni persona) per elevarsi verso livelli più alti di esistenza.
Decisivo, in questo percorso dal basso verso l’alto, dalla pesantezza che ci trascina giù alla leggerezza della nostra migliore essenza, sempre secondo l’idea del regista, è la relazione fra Dante e Beatrice. Anche questo, uno spunto interessante.
Beati voi che, questa sera, sarete all’Olimpico di Vicenza. Ci racconterete se vi è piaciuto?
Due incubi e una speranza
Ho due incubi: il cambiamento climatico (vivere in un mondo inospitale per l’uomo) e l’infanzia (l’offesa agli innocenti). Li ho visti rappresentati insieme alla mostra fotografica Infanzia in pericolo. Child survival in a changing climate allo Spazio Forma di Milano.
Ieri ho intervistato il fotografo, Luca Catalano Gonzaga, passato dal mondo della pubblicità alla fotografia professionale di impegno sociale. L’intervista apparirà oggi sul sito di Famiglia Cristiana.
La cosa sorprendente è che, nel rappresentare il dramma, le foto sprigionano comunque una grazia e una bellezza notevoli.
Il messaggio è chiaro: il mondo è in pericolo, guardate che effetti produce sui più deboli il cambiamento climatico. Chiude con una speranza: un reportage dall’India, dove una città viene alimentata dall’energia eolica, senza immettere anidride carbonica nell’atmosfera. Andate a vedere la mostra. E convertiamoci. Info: www.formafoto.it
Intervista a Luca Catalano Gonzaga
Ecco la mia intervista su Famigliacristiana.it a Luca Catalano Gonzaga, pubblicitario passato alla fotografia di impegno sociale, in occasione dellamostra su cambiamento climatico e infanzia allo Spazio Forma di Milano: http://www.famigliacristiana.it/costume-e-societa/cultura/visto/articolo/cambiamo-il-mondo-per-loro.aspx
Martini, il maestro di noi “degustatori”
La prima parola ha sempre un’importanza fondamentale: è la nota che rompe un silenzio, la luce che squarcia il buio, l’essere che sottrae campo al nulla. Scrivere significa creare. Per questa ragione, è per me un piacere e un onore dare vita a questo mio blog dedicando il primo articolo al cardinale Martini, appena scomparso. Come per milioni di persone, credenti e non, anche per me ha rappresentato molto. In lui ho ritrovato, in forma grandiosa, tanti elementi centrali della mia esperienza e del mio credo: l’ispirazione al Vangelo come “parola insuperabile” per l’uomo; il nutrirsi della meraviglie della cultura; l’apertura e il dialogo con chiunque abbia voglia di confrontarsi serenamente e seriamente; un’autonomia di pensiero che non è mai ribellione distruttrice, bensì critica costruttrice…
Nel suo editoriale sul Corriere e poi nell’intervista che mi ha concesso per Famiglia Cristiana, il direttore Ferruccio De Bortoli lo ha definito un padre e un maestro, in tempi in cui – aggiungeva – di maestri e di padri abbiamo un bisogno disperato. Ecco, Martini è stato padre e maestro. E davvero, oggi, in questi tempi mediocri e tragici, sentiremmo il bisogno di averne tanti. Abbiamo sete di figure non perfette, ma credibili, stimabili, non al servizio di qualche padrone, non vendute al denaro o al potere, non vili, non incapaci di vedere al di là del proprio naso… E quanta, quanta gente attorno a noi risponde a questa descrizione. Cerchiamo maestri, vogliamo padri, ma non se ne hanno tracce. Una belle serie giornalistica sarebbe proprio quella che tentasse di definire una galleria di maestri per i nostri tempi. Forse è anche un bel tema per questo blog e chi vorrà raccogliere la provocazione: vedete in giro qualcuno che meriti il nome di maestro o di padre? Uno degli obiettivi che mi prefiggo, con questo blog, è di dare voce a quei germi di valore, di bene, di bellezza che devono cambiare questo mondo, che a volte sembra davvero perduto.
Intervista a Edgar Morin
La mia intervista su Famigliacristiana.it al filosofo-sociologo-vecchio saggio Edgar Morin: http://www.famigliacristiana.it/costume-e-societa/cultura/letto/articolo/morin.aspx
Palladio accoglie Picasso (e Raffaello)
Finalmente ci attende una stagione di grandi mostre. Fra queste, per campanilismo (vedi luogo di nascita) non posso che sbilanciarmi per Raffaello verso Picasso che inaugurerà il 6 ottobre (Picasso sarà protagonista anche al Palazzo Reale di Milano).
E’ una mostra che – ancor prima di esaminare il catalogo delle opere esposte – vive di suggestivi accostamenti. Raffaello e Picasso, come annuncia il titolo. Ma anche Palladio che ospita i due grandi artisti. Sarà la splendida Basilica palladiana, che domina Piazza dei signori a Vicenza, a raccogliere e far incontrare Raffello e Picasso.
Si sviluppa così una trama avvincente di relazioni: Raffello, Picasso, Palladio; pittura e architettura…
Con grande curiosità attendo di vedere in quale direzione si sviluppi la correlazione fra i due artisti e come le loro opere vengano valorizzate nell’allestimento all’interno di una così nobile sede espositiva.
Mi occuperò della mostra in un dossier sull’arte per Famiglia Cristiana.
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