23 Mag 2013

Italo Calvino ci racconta (ancora) una fiaba

Italo Calvino

Italo Calvino

Che magnifico progetto furono le Fiabe italiane di Italo Calvino. Un servizio grandioso alla nostra tradizione, al patrimonio culturale delle nostre Regioni. E, al tempo stesso, un regalo ai lettori e ai bambini di tutti i tempi. Di questo capolavoro esistono diverse edizioni. In queste settimane la Mondadori le sta riproponendo in una serie di volumi, ciascuno dei quali raccoglie una selezione tematica (le favole che fanno paura, quelle con gli animali, quelle di mare, pe ri più piccini…) affidata a un’illustratrice. La lingua di Calvino nel tradurre i testi originali è precisa, immediata, perfetta, come sempre.

Passando dalla teoria alla pratica, devo dire che i miei due bambini, di 5 e 7 anni, sono rapiti e acoltano in devoto silenzio.

Ecco come lo stesso Calvino raccontò la sua impresa: «Per due anni ho vissuto in mezzo ai boschi e palazzi incantati, col problema di come meglio vedere in viso la bella sconosciuta che si corica ogni notte al fianco del cavaliere, o con l’incertezza se usare il mantello che rende invisibile o la zampina di formica, la penna d’aquila e l’unghia di leone che servono a trasformarsi in animali. E per questi due anni a poco a poco il mondo intorno a me veniva atteggiandosi a quel clima, a quella logica, ogni fatto si prestava a essere interpretato e risolto in termini di metamorfosi e incantesimo: e le vite individuali, sottratte al solito discreto chiaroscuro degli stati d’animo, si vedevano rapite in amori fatati, o sconvolte da misteriose magie, sparizioni istantanee, trasformazioni mostruose, poste di fronte a scelte elementari di giusto o ingiusto, messe alla prova da percorsi irti d’ostacoli, verso felicità prigioniere d’un assedio di draghi; e così nelle vite dei popoli, che ormai parevano fissate in un calco statico e predeterminato, tutto ritornava possibile: abissi irti di serpenti s’aprivano come ruscelli di latte, re stimati giusti si rivelavano crudi persecutori dei propri figli, regni incantati e muti si svegliavano a un tratto con gran brusio e sgranchire di braccia e gambe. Ogni poco mi pareva che dalla scatola magica che avevo aperto, la perduta logica che governa il mondo delle fiabe si fosse scatenata, ritornando a dominare sulla terra. Ora che il libro è finito, posso dire che questa non è stata un’allucinazione, una sorta di malattia professionale. È stata piuttosto una conferma di qualcosa che già sapevo in partenza, quel qualcosa cui prima accennavo, quell’unica convinzione mia che mi spingeva al viaggio tra le fiabe; ed è che io credo questo: le fiabe sono vere».

17 Mag 2013

Litigare, un’arte da imparare

Bisogna imparare a litigare.

Bisogna imparare a litigare.

Mettiamola così: vivere senza litigare è impossibile. E negativo. Il confronto con il diverso è una realtà insuperabile della vita e della storia; la dialettica, diceva qualcuno, è il motore di ogni avanzamento. Solo chi resta chiuso nel proprio io è esentato dal dovere e dalla necessità di misurarsi con gli altri: ma non si dà un io sano senza relazione con l’alterità. Tanto vale imparare a litigare, affinché diventi un’occasione di crescita, anziché di scontro distruttivo.

Chi svolge un lavoro accezionale su questo fronte è il Cpp, il Centro psicopedagogico per la pace e la gestione dei conflitti (www.cppp.it), che da anni è impegnato a insegnare le regole per confrontarsi positivamente in famiglia, nella coppia, nella società… In questi giorni mi è arrivata la notizia di un corso per gestire i rapporti spesso difficili con i vicini di casa…

Pensate che meraviglia se i nostri politici andassero a lezione dal Cpp…

14 Mag 2013

Salgado per una nuova alleanza uomo-terra

Brasile, 2005 (© Sebastião Salgado/Amazonas Images).

Brasile, 2005 (© Sebastião Salgado/Amazonas Images).

Rientra nella categoria degli eventi imperdibili la straordinaria mostra Genesi di Sebastião Salgado al Museo dell’Ara Pacis di Roma (dal 15 maggio al 15 settembre 2013). La forza visiva del grande fotografo brasiliano è stata messa al servizio di un tema che mi sta molto a cuore: la salvaguardia della terra, la tutela della natura, l’equilibrio fra l’uomo e la sua casa, la necessità di immaginare un nuovo modo di stare al mondo, adottando rinnovati stili di vita…

Salgado ha lavorato per ben dieci anni al progetto Genesi che si pone, da un alto, come struggente atto d’amore per il pianeta e, dall’altro, come denuncia e allarme. L’idea originaria è semplice: mostrare quelle oasi del pianeta in cui la natura, gli animali e le popolazioni indigene si manifestano nella loro incantevole bellezza e purezza.

Ogni scatto, in un bianco e nero pieno di lirismo, è un capolavoro che testimonia che è davvero cosa buona ciò che è stato creato, come si afferma appunto nel libro Genesi della Bibbia. E insieme domanda: vogliamo custodire questo patrimonio o permettiamo all’uomo di rovinarlo?

3 Mag 2013

Antony & the Johnsons, musica dal profondo

Antony Hegarty

Antony Hegarty

Capita di rado di emozionarsi. Invecchiando, la scorza della nostra sensibilità si fa più spessa. Quando accade è meraviglioso, perché le emozioni sono una delle dimensioni più profonde della persona.

Mi è capitato ascoltando la musica di Antony & the Johnsons, un gruppo di New York guidato da Antony Hegarty. Tolta la classica, con la quale ultimamente ho più frequentazione, era da tempo che la musica “leggera” non toccava in me corde così intime. Li ho conosciuti grazie all’ultimo Sanremo, dove Antony ha cantato I love my sister. Qualcosa si è mosso in me, tanto che ho voluto acquistare un Cd: la scelta è caduta su I’m a bird now, che contiene tra l’altro la canzone sentita al festival.

Poco da dire: voce e note che entrano dentro, commuovono, vanno dritte in zone spesso inaccessibili del nostro cuore. Provate ad ascoltarlo: questa è musica dell’anima.

26 Apr 2013

Miracolo a Le Havre, davvero

Un'illustrazione di "Miracolo a Le Havre" tratta da film.it.

Un’illustrazione di “Miracolo a Le Havre” tratta da film.it.

Che grazia Miracolo a Le Havre, film del 2011 di Aki Kaurismäki. Per la serie “meglio tardi che mai”, l’ho visto in Dvd. E non posso fare a meno di raccomandarne la visione a chi, come me, non l’aveva ancora visto.

Tra le tante riflessioni che il film stimola, voglio solo sottolineare l’apparente e cercato contrasto fra l’ordinarietà, la normalità, l’umiltà dei protagonisti e la grandezza epica delle loro azioni. Contrasto sottolineato da una colonna sonora che ripete, rielaborati e addolciti, motivi western e “da Casablanca“, quando la vicenda, i personaggi, i paesaggi, l’ambientazione rimandano a una ordinarietà quasi banale e minimale. L’eroe protagonista, per dirne una, è un lustrascarpe. E qui sta, forse, il bellissimo messaggio del film: le grandi azioni, gli atti di eroismo e coraggio non dipendono da altri fattori che il cuore dell’uomo: sono le dimensioni del cuore, della coscienza, a fare di un uomo un eroe o una persona insignificante o cattiva.

Stupenda  asai originale la figura dell’ispettore, uomo che ha e scopre in sé un “punto sensibile”, com’egli confesserà. Tutti i personaggi hanno questa statuarietà, questa postura teatrale, questo comportamento “comico”; tutti sono così presi nel loro ruolo, forse perché in fondo sanno che la Storia sono loro a farla, a dispetto di ogni apparenza. Un film pieno di grazia.

 

26 Apr 2013

Evoluzionismo, teoria quasi scientifica

Una rappresentazione dell'evoluzione dell'uomo.

Una rappresentazione dell’evoluzione dell’uomo.

Chi ha una frequentazione anche sporadica con questo blog sa che, quello riportato nel titolo, non è il mio pensiero. Rimando a questo pezzo all’interno del blog: leggi. E’, purtroppo, una frase che ho sentito pronunciare con le mie orecchie durante una omelia da un sacerdote, qualche settimana fa.

E’ semplicemente incredibile che si pensi ancora a creazionismo ed evoluzionismo come due teorie e concezioni contrapposte e incompatibili, come appunto tentavo di dire nell’articolo che ho linkato.

Suggerisco a tutti coloro che ancora si muovono in un orizzonte culturale così angusto da pensare che l’idea di Dio e di Creazione escluda quella di evoluzione una lettura firmata da un autore ben più autorevole di me, il cardinale Gianfranco Ravasi: Darwin e il Papa. Il falso dilemma tra evoluzione e creazione, pubblicato dalle edizioni Dehoniane.

19 Apr 2013

Peppe e Toni Servillo, fratelli coltelli

Peppe e Toni Servillo in "Le voci di dentro".

Peppe e Toni Servillo in “Le voci di dentro”.

Ho avuto modo di incontrare i fratelli Servillo per un’intervista per Famiglia Cristiana. Peppe è il leader degli Avion Travel, non nuovo a incursioni nella recitazione. Toni è forse l’attore più richiesto dal cinema, ma anche un bravissimo regista teatrale, innamorato di Goldoni e De Filippo.

Al di là dei tratti più personali e famigliari dei due fratelli, per i quali rimando al mio articolo sul numero di Famiglia Cristiana ora in edicola, vorrei soffermarmi sulla potenza del testo teatrale che Toni ha scelto di portare in scena: Le voci di dentro di Eduardo De Filippo. È la storia di un uomo (Toni) che, scambiando un sogno per il vero, denuncia di omicidio una famiglia di vicini. L’emergere della verità – si tratta solo di un sogno – non porterà affatto la tranquillità, ma scatenerà una ridda incontenibile e drammatica di sospetti all’interno della famiglia ingiustamente accusata e indurrà il fratello (Peppe) a tentare di approfittarne per fare tutto suo il patrimonio famigliare.

Come dire: la corruzione, il sospetto, l’odio si annidano fin nelle relazioni più intime. C’è da sorprendersi se la società in cui viviamo è marcia fin nel profondo? Un testo scritto all’indomani della seconda guerra mondiale, ma sembra oggi.

Toni e Peppe sono bravissimi. Se potete, vedete lo spettacolo, fino a fine mese al Piccolo di Milano e poi in tournée.

16 Apr 2013

Comunque, padri e figli

080

Una scena di “Razza bastarda” di Alessandro Gassman.

A proposito di padri e figli, oltre all’articolo su Il complesso di Telemaco di Massimo Recalcati (vedi qui), rinvio ad altri due miei pezzi: un dossier per il sito di Famiglia Cristiana (Alla ricerca del padre perduto, vedi qui) e un servizio per Il nostro tempo (Padri e figli in dialogo, vedi qui).

 

13 Apr 2013

Murakami, beato ma non ancora santo

Murakami Haruki

Murakami Haruki

Un bell’articolo di Repubblica ieri analizzava l’opera e il successo del giapponese Murakami Haruki. Da tempo volevo scrivere qualcosa a proposito del suo 1Q84, il suo ultimo imponente romanzo, diviso in due volumi (Einaudi).

Vado subito al sodo: siamo indubbiamente in presenza di un grande autore, dotato di una straordinaria forza visionaria, capace come pochi di dare voce all’inconscio, di mostrare come sia protagonista della nostra vita “vigile”, di creare realtà e mondi paralleli, di descrivere la solitudine e il bisogno d’amore dell’uomo contemporaneo, la difficoltà di comunicare…

La mia opinione è – restando alle sue ultime opere – che tutte queste qualità siano all’opera soprattutto in Kafka sulla spiaggia, un autentico capolavoro, nel quale la penna dello scrittore sembra guidata dal dio della letteratura. Possiamo dire lo stesso del monumentale e più recente 1Q84? A mio avviso, non siamo allo stesso livello: il romanzo promette più di quel che mantiene, Murakami gioca con furbizia e abilità con la trama, i personaggi e i lettori, ma resta l’impressione che si alzi qualche piccolo rivolo di fumo che non viene dall’arrosto…

Affascinante la ragazza protagonista, altrettanto la vecchia signora, abbastanza Tengo, il protagonista maschile… Il tema della setta e del fanatismo religioso invece lascia presagire intuizioni che non arrivanoi mai: il leader, la stramba storia dei Little People e altre parti ancora assomigliano a effetti speciali che si dissolvono, lasciando il cielo vuoto… Se gli elementi narrativi non evocano, non alludono, non diventano significanti, ma sono fini a se stessi, si produce un gioco letterario, raffinato fin che si vuole, ma non un capolavoro… Kafka sulla spiaggia invece…

Concludo dicendo che fare una valutazione critica di un autore, esprimendo giudizi diversi sui suoi libri, non significa affatto disprezzarlo. A volte si insinua il sospetto cheattorno a questo scrittore si sian0 costruite una moda e una venerazione un po’ acritiche.

Pagine:«1...11121314151617...22»

Chi sono

Sono nato a Vicenza nel 1968. Mi sono laureato in Filosofia a Padova con una tesi su Martin Heidegger, poi ho frequentato il Biennio di giornalismo dell’Ifg di Milano. Sono caporedattore e responsabile del settore Cultura e spettacoli di Famiglia Cristiana. Mi sto occupando di Filosofia per bambini e per comunità (P4C). [leggi tutto…]

Preghiere selvatiche

There's a blaze of light In every word It doesn't matter which you heard The holy or the broken Hallelujah
Leonard Cohen