Miracolo a Le Havre, davvero
Che grazia Miracolo a Le Havre, film del 2011 di Aki Kaurismäki. Per la serie “meglio tardi che mai”, l’ho visto in Dvd. E non posso fare a meno di raccomandarne la visione a chi, come me, non l’aveva ancora visto.
Tra le tante riflessioni che il film stimola, voglio solo sottolineare l’apparente e cercato contrasto fra l’ordinarietà, la normalità, l’umiltà dei protagonisti e la grandezza epica delle loro azioni. Contrasto sottolineato da una colonna sonora che ripete, rielaborati e addolciti, motivi western e “da Casablanca“, quando la vicenda, i personaggi, i paesaggi, l’ambientazione rimandano a una ordinarietà quasi banale e minimale. L’eroe protagonista, per dirne una, è un lustrascarpe. E qui sta, forse, il bellissimo messaggio del film: le grandi azioni, gli atti di eroismo e coraggio non dipendono da altri fattori che il cuore dell’uomo: sono le dimensioni del cuore, della coscienza, a fare di un uomo un eroe o una persona insignificante o cattiva.
Stupenda asai originale la figura dell’ispettore, uomo che ha e scopre in sé un “punto sensibile”, com’egli confesserà. Tutti i personaggi hanno questa statuarietà, questa postura teatrale, questo comportamento “comico”; tutti sono così presi nel loro ruolo, forse perché in fondo sanno che la Storia sono loro a farla, a dispetto di ogni apparenza. Un film pieno di grazia.
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