Einschulung, la festa della scuola
Quest’estate, ad agosto, la mia famiglia ed io abbiamo preso parte alla Einschulung di Sofia, la figlia di una nostra amica che vive a Berlino. L’einschulung è una festa bellissima, che ha un altro valore civile: si potrebbe tradurre con “introduzione alla scuola”.
In pratica, il sabato precedente l’inizio della prima elementare, i genitori portano i loro figli nella scuola e li “affidano” alla maestre. I bambini vengono accolti dalle future maestre, poi si condivide un momento di festa tutti insieme, genitori, maestri e bambini.
Ogni famiglia, poi, fa ritorno a casa, dove sono stati invitati parenti e amici per festeggiare l’ingresso del bambino nel mondo della scuola. Molti lo festeggiano con un pranzo in casa, altri addirittura al ristorante.
Trovo significativo che l’ingresso ufficiale del bambino nella scuola venga festeggiato solennemente, quasi con una cerimonia, un po’ come in Italia festeggiamo la prima Comunione o la Cresima. L’inizio della scuola è un evento importante, per il bambino, la sua famiglia e lo Stato. Insomma, è un passaggio che interessa insieme l’individuo, la famiglia e la comunità, perciò ha un valore civile che va festeggiato con una festa.
Anche in Italia alcune famiglie festeggiano il primo giorno di scuola, ma è un’iniziativa privata. In Germania il senso dello Stato gode di maggior salute, si sa, e l’Einschulung ne è un segno.
Così anche la mia famiglia ha festeggiato il primo giorno di scuola di Pietro (terza elementare) ed Ettore (prima elementare). Mi sono preso un giorno di ferie, con Francesca siamo andati insieme ad aspettarli all’uscita, abbiamo fatto un pic-nic nel parco…
Per fortuna finora abbiamo incontrato insegnanti validi, capaci, interessati ai bambini… Non possiamo però dire che l’istituzione-scuola in Italia (finanziamenti, ruolo e stipendi degli insegnanti, strutture, considerazione sociale…) mostri la stessa solidità che in Germania…
Anna Karenina, romanzo impossibile
Avete letto l’Anna Karenina di Tolstoj? Se non l’avete fatto, cosa aspettate? È una di quelle letture che restano come un’esperienza di vita, non di sola lettura.
Eppure, sono convinto che si tratti, per noi uomini del 2013, di un romanzo impossibile: sia da scrivere, sia da leggere.
Il perché lo spiego qui.
I ragazzi della via Pal hanno colpito ancora
Nel mio blog sui libri su Famigliacristiana.it ho dedicato un post alla reazione di mio figlio Pietro alla lettura de “I ragazzi della via Pal”, in particolare alle righe in cui si racconta la morte del piccolo-grande Nemecsek.
Il post ha avuto un notevole riscontro e ha commosso qualcuno. La commozione di Pietro è stata contagiosa ed è diventata la testimonianza di una iniziazione alla letteratura, come esperienza di vita.
Se avete voglia di leggere quell’articolo, eccolo qui.
Onu sul clima, l’homo sapiens che fa?
Avrete letto i resoconti sul Rapporto Onu sul clima, uno studio scientifico frutto di anni di ricerche, incrociate e verificate fra di loro. In sintesi: è in atto un cambiamento climatico significativo, che, nel migliore dei quattro scenari prospettati dagli scienziati, porterà a un aumento della temperatura di 1,5 gradi nel 2100, con relativi effetti sullo scioglimento dei ghiacciai, innalzamento degli oceani, siccità, carestie, danni all’agricoltura… Il dato più importante, su cui il rapporto insiste, è che per il 95% tale cambiamento è imputabile all’uomo.
Trovo impressionate l’indifferenza, la leggerezza, l’apatia, l’ignoranza con cui l’umanità sta affrontando questa che è, a mio avviso, una delle questioni centrali del presente e del futuro. Tanta ignoranza, ma anche tanto egoismo, visti gli enormi interessi economici in ballo. Ricordo la terribile propaganda condotta dagli amici di Bush (petrolieri e affini) negli Stati Uniti per screditare evidenze scientifiche e oggettive.
Che vuole fare del pianeta e del futuro l’homo sapiens? Heidegger ha insegnato che viviamo nell’epoca delle tecnica. Ciò significa che la capacità dell’uomo di modificare l’ambiente non è mai stata forte quanto oggi. Il clima cambia solo in minima parte per l’evoluzione fisica del pianeta, in larghissima parte per l’intervento dell’uomo (l’immissione di anidride carbonica nell’atmosfera). L’uomo non ha ancora imparato a gestire questa forza, non ha ancora elaborato e fatto propria un’etica dell’uso della tecnica. All’abilità tecnica non corrisponde un’adeguata responsabilità.
Il tema del cambiamento climatico, insomma, ripropone in tutta la sua drammatica urgenza la necessità di un’etica. In altri termini: che cosa ce ne facciamo della nostra libertà, della nostra potenza? L’uomo è l’unico essere a poter-dover elaborare un’etica, in quanto è l’unico essere libero. In passato, in questa sede avevo già introdotto l’idea di un’etica del clima (a partire dalle urgenze che il clima determina).
Eppure, l’homo sapiens, guardato da questo punto di osservazione, non sembra così evoluto, così sapiente. O, meglio, ha mostrato di essere sapiens nello sviluppo delle tecnica e della forza, molto più che nello sviluppo e nell’interiorizzazione dell’etica. Non c’è più tempo da perdere: il futuro del pianeta ci impone uno scatto evolutivo, una maturazione della nostra umanità.
Il mio blog sui libri su Famiglia Cristiana
Ho inaugurato ieri sul sito di Famiglia Cristiana un blog dedicato ai libri. Si intitola “Libri, il buono e il cattivo”; sottotitolo: “Recensioni fori dal coro”.
L’idea è quella di esprimere la mia opinione sui libri: opinione, non riassunto della trama, comse sempre più spesso capita di leggere. Vorrei provare a spiegare al lettore perché, dal mio punto di vista, un libro è buono (cioè vale la pena investirci tempo e denaro per leggerlo) o cattivo (spesa inutile e perdita di tempo).
Insomma, è il tentativo di orientare il lettore formulando un giudizio argomentato, anziché limitarmi a riportare la trama.
To be or not to be, questo è… un capolavoro
Se non avete ancora visto To be or not to be (Vogliamo vivere), il film di Ernst Lubitsch tornato nelle sale dopo il restauro, fatelo al più presto. E’, semplicemente, un capolavoro assoluto. Sapere che è stato realizzato nel 1942, cioè in piena seconda guerra mondiale, lo rende un’opera d’arte ancora più stupefacente.
La convivenza di tragedia (l’invasione della Polonia da parte della Germania di Hitler) e di commedia è straordinaria, si mantiene in un equilibrio magico dalla prima all’ultima sequenza.
E ci insegna che, di fronte alla violenza e al sopruso, non ci resta che… ridere. Infatti, i cattivi non ridono mai…
Papa Francesco, unico leader del mondo
Solo il tempo darà i contorni esatti della rivoluzione che sta operando, giorno dopo giorno, parola dopo parola (e telefonata dopo telefonata!) papa Francesco. Che si tratti di una rivoluzione, tuttavia, non v’è dubbio. Nessun aspetto della pastorale, della teologia, dell’evangelizzazione viene “risparmiato” da una riforma che ha la sua essenza in un radicamento più profondo nel Vangelo.
Qui vorrei attirare l’attenzione su un tema: papa Francesco è l’unico leader del nostro mondo. Chi altro potrebbe vantare un titolo del genere? La stella sbiadita Obama? Il segretario delle Nazioni disunite Ban Ki-moon? E’ persino difficile farsi venire in mente un altro nome, un altro capo, un’altra istituzione candidabile al ruolo…
Papa Francesco è l’unico leader del mondo. Guardate come ha impedito che una guerra, ormai imminente, deflagrasse… Guardate come ha messo in dialogo fede e cultura laica… Bergoglio è leader della pace nelle questioni internazionali; è leader del confronto filosofico nel dibattito culturale…
Il mondo ha un leader, ed un leader buono.
Mostre d’arte, una stagione capolavoro
Le mostre del periodo primavera-estate ci avevano lasciato un po’ insoddisfatti. In parte perché decurtate e depotenziate dalla sequela di tagli all’investimento culturale (gli enti locali, fra i maggiori organizzatori, sono in ginocchio), in parte per la cattiva abitudine di allestire eventi centrati su alcune opere-esca, ma poi vuote di contenuti o di una ricerca approfondita.
A una prima occhiata, a musei ancora chiusi, la nuova stagione si annuncia assai più promettente. Resta da verificarlo sul campo, ma le premesse sono ottime: Munch, Cezanne, Renoir, Monet, Antonello da Messina, Rodin, il Rinascimento, Donatello, Lippi… In questo articolo su Famigliacristiana.it è possibile vedere una presentazione generale del prossimo ciclo di mostre.
Qui aggiungo una considerazione: sarebbe bello che la ripresa di grandi allestimenti fosse il segno che la crisi ci ha insegnato che dobbiamo puntare sulla cultura; che dobbiamo dare sostanza al nostro tempo libero, nutrire l’anima; che per attarrre turisti occorrono proposte forti…
Sarebbe bello. Intanto godiamoci questa epifania d’arte: sperando che non sia stata un’illusione.
Sport estremi, un brivido non vale una vita
L’uomo per natura vuole superare i suoi limiti. E provare emozioni, forti e travolgenti. Fino a mettere a repentaglio la vita, come accade a volte con gli sport estremi. Ha senso? Fino a che punto la tensione a sperimentare giustifica il rischio?
Una mia riflessione morale sugli sport estremi.
Simona Lo Iacono, un romanzo da non perdere
Uno dei romanzi che ho letto con più soddisfazione quest’estate è Effatà di Simona Lo Iacono (Cavallo di ferro). Una bella sorpresa, un libro che non ha avuto l’attenzione che meritava. Bella la storia, notevole la ricerca stilistica dell’autrice, che nella vita fa il magistrato.
Qui trovate la mia recensione completa.
Provate a leggerlo e ditemi se non ho fatto bene a consigliarvelo.
Ed ecco un’intervista alla scrittrice sul romanzo di Siracusa News.
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