Elenco degli articoli in "Visioni"

19 Dic 2012

Luca Sapio, sembra afroamericano

Devo a un mio collaboratore la scoperta di un autore davvero interessante della nuova scena musicale italiana: Luca Sapio. Ha appena vinto il Premio per la musica indipendente con l’album Who Knows, e non si fatica a a capire perché. La sua abilità nel contaminare jazz, soul e blues è notevole; la voce intensa, profonda, da afroamericano…

Nell’intervista rilasciata a Famigliacristiana.it (vedi qui) lascia intendere da quale background di pensiero provenga la sua musica: quello che conta, dice, è essere persone vere, non rifilare al pubblico gadget musicali effimeri di cui non resterà nulla. Molto tristi le parole sull’Italia…

Una bella scoperta, davvero.

18 Dic 2012

A testa alta, noi figli della Costituzione

Roberto Benigni

Credo sia superfluo ogni commento. Due sole cosa vorrei sottolineare. La prima: il carattere costruttivo, propositivo, di stimolo e incentivo a creare una società giusta e con pari opportunità della nostra Costituzione. Benigni ha il merito di averlo a più riprese sottolineato: la Carta non è un insieme di divieti (non fare…), ma un continuo invito ai politici e ai cittadini di promuovere, edificare una società bella e vivibile per tutti. È il sogno di un Paese e di un mondo di diritti e opportunità.

La seconda: l’esaltazione di una politica nobile, alta, elegante, votata al bene comune, incarnata dai nostri padri costituenti. Di fronti ai quali i mestieranti di oggi stingono come squallidi nani.

(Grazie Benigni).

6 Dic 2012

Quando Turoldo scrisse L’albero degli zoccoli

Una scena di “Gli ultimi”.

Ritorno sempre volentieri a David Maria Turoldo. Due occasioni in questi giorni mi hanno riportato alla memoria la sua figura e la sua opera.

Nel gennaio del 1963, cinquant’anni fa, fu proiettato per la prima volta Gli ultimi, il film di Vito Pandolfi tratto dal racconto Io non ero un fanciullo del prete-poeta. Una sorta di Albero degli zoccoli ambientato nel suo Friuli. Un film che non godette allora di grande accoglienza, osteggiato anche da una certa parte del mondo eccelesiastico, per la collaborazione con il marxista Pandolfi, e in genere incompreso. È il racconto della civiltà contadina, negli anni in cui l’industrializzazione cominciava ad allungare i suoi artigli, con pratagonisti il pastorello Checo e la sua famiglia. Gli abitanti di Coderno, il paese natale di Turoldo, vi presero parte come attori.

Dopo un lungo periodo di oblio, quel film oggi risorge: sarà disponibile in un doppio Dvd, che contiene sia l’edizione integrale sia quella “corretta” e più breve. Un’iniziativa meritoria – dovuta alla Cineteca del Friuli, al Centro espressioni cinematografiche e a Cinemazero – anche perché emerge non solo il tema della cultura e dei valori del mondo rurale, ma anche quello della solitudine, del sentirsi diversi in un ambiente che non sa riconoscerci.

Il secondo pretesto per rievocare Turoldo è stato il ritrovarmi fra le mani l’edizione dei Salmi da lui curata insieme a Gianfranco Ravasi (San Paolo). Turoldo tende la lingua italiana in modo da restituire con la massima potenza espressiva il senso e la poesia dei Salmi, sollecitato anche dai commenti di Ravasi:

Nessun male ti potrà accadere

né flagello alcuno colpirà la tua casa.

Egli comanderà agli angeli suoi

di vegliare su ogni tuo passo.

30 Nov 2012

Sempre sulla strada, con De Gregori

Francesco De Gregori

In occasione del concerto all’Alcatraz di Milano, ho intervistato Francesco De Gregori.  Era la prima volta che lo incontravo. Personaggio schivo, geloso – giustamente – del proprio privato, è stato disponibile e abbiamo chiacchierato piacevolmente per mezz’ora.

Trovo che il suo ultimo album, Sulla strada, sia molto bello. Ho sempre riconosciuto un tono, una “malinconia”, una poesia nel suo modo di raccontare la vita molto affine alla mia sensibilità.

Qualche spigolatura dalle canzoni che amo di più nell’ultimo album.

Passo d’uomo: «Povero cuore /con la mano sul cuore, giuro, / che mai non ti vedrò /accompagnare il male / e voltare la testa / e piegare la schiena / abbassare la testa / e abbandonare la scena (…) e vivo la mia vita a passo d’uomo / altro passo non conosco / soltanto questo passo d’uomo / Qualcuno sta aspettando / all’uscita della chiesa / benedici il suo cappello vuoto / la sua lunga attesa / è una vita che si affanna / e cerca e ruba / illumina il suo tempo  / insegnagli la strada / Sono solo un operaio / lungo la massicciata / il mio pane sa di polvere / la mia acqua è salata / e lavoro per la ruggine / e respiro il carbone / costruisco per niente / e non ne vedo la fine».

Belle Époque: «Ti bacio e ti butto vita mia come un pezzo di pane / che passi attraverso le ossa /come un filo di rame / ti bacio e ti butto vita mia / nella bocca di un cane  / ti bacio e ti butto vita mia /come un pezzo di pane».

Guarda che non sono io: «Guarda che non sono io quello che stai cercando / Quello che conosce il tempo, e che ti spiega il mondo / Quello che ti perdona e ti capisce / Che non ti lascia sola, e che non ti tradisce».

Su Famiglia Cristiana pubblicherò la mia intervista al Principe.

 

28 Nov 2012

Giulio Di Sturco, poesie sul Gange

“La grande madre”, il Gange visto da Giulio Di Sturco.

Apre domani al Centro culturale di Milano una mostra da non perdere: Fratello fiume di Giulio Di Sturco (aperta fino a fine febbraio). Ho intervistato l’autore per un servizio che uscirà prossimamente su Famiglia Cristiana. L’ho proposto perché sono stato immediatmente rapito dalla forza visiva e poetica delle immagini che ho visto nei comunicati stampa. Ne ho parlato poi con Giovanna Calvenzi, espertissima e bravissima photoeditor, la quale, appena ha sentito il nome del fotografo, ha subito detto: «È uno dei più bravi».

Il colloquio con l’autore mi ha riservato non poche, gradevoli, sorprese. Intanto, è giovanissimo (32 anni), ma già con una formidabile esperienza alle spalle. Ha vissuto in molte “capitali” del mondo, attualmente vive a Bangkok, perché ama essere presente nei luoghi dove si sta facendo la storia, dove nasce il mondo nuovo. Viene da una famiglia di fotografi, una catena che parte dai bisnonni per arrivare fino a lui, il primo però a lasciare il paese, vicino a Cassino. Sta lavorando per mettere ordine a uno sterminato e interessantissimo archivio familiare.

Quanto alla mostra Fratello fiume, indaga con eleganza stilistica e profondità il tema del rapporto fra l’uomo e l’ambiente. In questo senso il Gange assume un valoro simbolico, in quanto esprime le contraddizioni di tale relazione: da un lato oggetto di venerazione, dall’altro il più inquinato corso d’acqua del mondo.

Una frase che mi ha colpito: il salto di qualità, mi ha raccontato, è avvenuto quando ho smesso di fare fotografie per gli altri e ho cominciato a farle per me stesso.

3 Nov 2012

Amour fino alla fine

Ieri sera ho visto al cinema con mia moglie Amour di Michael Haneke, Palma d’oro a Cannes.  Stamattina ho letto qualche recensione. Mi ha colpito che tutte insistano sull’elemento della “denuncia”: della senilità, per quello che è, restituita da uno sguardo rigorosamente realistico; dell’umiliazione inflitta dalla malattia e dalla disabilità; dell’ipocrisia di una società che rimuove tutti quegli aspetti della vita che non corrispondono al modello imperante di efficienza, bellezza, salute, vitalità, edonismo; della solitudine a cui sono condannate le famiglie che hanno un malato o un anziano in casa, e altro ancora…

Non nego che tale elemento sia presente nel film: è semplicemente centrale. Ma, a mio avviso, non l’unico. Mi sembra che Haneke abbia voluto raccontare ANCHE l’amore di coppia nella sua fase estrema e terminale, la devozione commovente di un uomo alla sua donna quando si spoglia di ogni bellezza, fascino, autonomia, dignità. Mi ritrovo nelle parole del portiere del condominio dove abitano i protagonisti: io e mia moglie la ammiriamo molto per come sta affrontando la situazione, dice al marito che si sta prendendo cura della moglie…

Il film si intitola Amour: lo si può leggere come dichiarazione cinica o sarcastica, ma anche come testimonianza dell'”ultimo concerto” nella vita di una coppia.

In ogni caso, un grande film, che farebbe bene a molti vedere. Durante la proiezione mi sono sorpreso a pensare a tutte quelle persone che consacrano la loro vita alla ricerca del potere, causando stress e dispiaceri a chi gli sta intorno. Che ne sarà di loro un domani?

6 Ott 2012

Vicenza, città bellissima

La Basilica palladiana di Vicenza.

Sono nella mia città d’origine, Vicenza, “città bellissima” secondo gli antichi. La Basilica palladiana si è messa a nuovo per ospitare la mostra Raffaello verso Picasso, ultima creazione di Marco Goldin (una bella rassegna sullo sguardo: ieri ho visitato quella dedicata a Picasso a Milano, ma tra le due scelgo questa). Finalmente è stato rinnovato e lanciato il Museo palladiano.

A chi intende recarsi a Vicenza, suggerisco, al di là dei must, una passeggiata in Contrà Porti, uno spettacolo di teatro classico o musicale al magnifico Teatro Olimpico e una serie di gite alle Ville palladiane, a cominciare dall’insuperabile Rotonda e dalla vicina Villa ai nani.

Se non si fosse capito, a rendere oggettivamente bellissima Vicenza è stato lo straordinario ingegno di Andrea Palladio, che fortuna ha voluto si dispiegasse qui con generosità.

Un’ultima considerazione, che mi riporta a un’altra tematica su cui insiste questo blog: l’Italia è davvero il Paese più bello del mondo, non è mera retorica dirlo. Sappiamo meritarcelo?

21 Set 2012

Volare in cielo, con Nekrosius

Una scena dell’Inferno di Nekrosius.

Stasera vorrei tanto essere a Vicenza, all’interno dello stupefacente Teatro Olimpico, di concezione palladiana. Andrà in scena Paradiso di Eimuntas Nekrosius, il regista lituano considerato uno dei maestri della scena contemporanea.

In primavera aveva portato in scena la prima parte del poema dantesco in un festival pugliese. Ora il progetto si conclude a Vicenza. Interessante la prospettiva a partire dalla quale Nekrosius ha sviluppato la sua lettura: la lotta dell’uomo contro la forza di gravità (possiamo ipotizzare che siano i limiti, il male, il vizio insito in ogni persona) per elevarsi verso livelli più alti di esistenza.

Decisivo, in questo percorso dal basso verso l’alto, dalla pesantezza che ci trascina giù alla leggerezza della nostra migliore essenza,  sempre secondo l’idea del regista, è la relazione fra Dante e Beatrice. Anche questo, uno spunto interessante.

Beati voi che, questa sera, sarete all’Olimpico di Vicenza. Ci racconterete se vi è piaciuto?

20 Set 2012

Due incubi e una speranza

Uno scatto di Luca Catalano Gonzaga (© Luca Catalano Gonzaga).

Ho due incubi: il cambiamento climatico (vivere in un mondo inospitale per l’uomo) e l’infanzia (l’offesa agli innocenti). Li ho visti rappresentati insieme alla mostra fotografica Infanzia in pericolo. Child survival in a changing climate allo Spazio Forma di Milano.

Ieri ho intervistato il fotografo, Luca Catalano Gonzaga, passato dal mondo della pubblicità alla fotografia professionale di impegno sociale. L’intervista apparirà oggi sul sito di Famiglia Cristiana.

La cosa sorprendente è che, nel rappresentare il dramma, le foto sprigionano comunque una grazia e una bellezza notevoli.

Il messaggio è chiaro: il mondo è in pericolo, guardate che effetti produce sui più deboli il cambiamento climatico. Chiude con una speranza: un reportage dall’India, dove una città viene alimentata dall’energia eolica, senza immettere anidride carbonica nell’atmosfera. Andate a vedere la mostra. E convertiamoci. Info: www.formafoto.it

18 Set 2012

Palladio accoglie Picasso (e Raffaello)

Un disegno della Basilica palladiana di Vicenza.

Finalmente ci attende una stagione di grandi mostre. Fra queste, per campanilismo (vedi luogo di nascita) non posso che sbilanciarmi per Raffaello verso Picasso che inaugurerà il 6 ottobre (Picasso sarà protagonista anche al Palazzo Reale di Milano).

E’ una mostra che – ancor prima di esaminare il catalogo delle opere esposte – vive di suggestivi accostamenti. Raffaello e Picasso, come annuncia il titolo. Ma anche Palladio che ospita i due grandi artisti. Sarà la splendida Basilica palladiana, che domina Piazza dei signori a Vicenza, a raccogliere e far incontrare Raffello e Picasso.

Si sviluppa così una trama avvincente di relazioni: Raffello, Picasso, Palladio; pittura e architettura…

Con grande curiosità attendo di vedere in quale direzione si sviluppi la correlazione fra i due artisti e come le loro opere vengano valorizzate nell’allestimento all’interno di una così nobile sede espositiva.

Mi occuperò della mostra in un dossier sull’arte per Famiglia Cristiana.

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Chi sono

Sono nato a Vicenza nel 1968. Mi sono laureato in Filosofia a Padova con una tesi su Martin Heidegger, poi ho frequentato il Biennio di giornalismo dell’Ifg di Milano. Sono caporedattore e responsabile del settore Cultura e spettacoli di Famiglia Cristiana. Mi sto occupando di Filosofia per bambini e per comunità (P4C). [leggi tutto…]

Preghiere selvatiche

There's a blaze of light In every word It doesn't matter which you heard The holy or the broken Hallelujah
Leonard Cohen