Amour fino alla fine
Ieri sera ho visto al cinema con mia moglie Amour di Michael Haneke, Palma d’oro a Cannes. Stamattina ho letto qualche recensione. Mi ha colpito che tutte insistano sull’elemento della “denuncia”: della senilità, per quello che è, restituita da uno sguardo rigorosamente realistico; dell’umiliazione inflitta dalla malattia e dalla disabilità; dell’ipocrisia di una società che rimuove tutti quegli aspetti della vita che non corrispondono al modello imperante di efficienza, bellezza, salute, vitalità, edonismo; della solitudine a cui sono condannate le famiglie che hanno un malato o un anziano in casa, e altro ancora…
Non nego che tale elemento sia presente nel film: è semplicemente centrale. Ma, a mio avviso, non l’unico. Mi sembra che Haneke abbia voluto raccontare ANCHE l’amore di coppia nella sua fase estrema e terminale, la devozione commovente di un uomo alla sua donna quando si spoglia di ogni bellezza, fascino, autonomia, dignità. Mi ritrovo nelle parole del portiere del condominio dove abitano i protagonisti: io e mia moglie la ammiriamo molto per come sta affrontando la situazione, dice al marito che si sta prendendo cura della moglie…
Il film si intitola Amour: lo si può leggere come dichiarazione cinica o sarcastica, ma anche come testimonianza dell'”ultimo concerto” nella vita di una coppia.
In ogni caso, un grande film, che farebbe bene a molti vedere. Durante la proiezione mi sono sorpreso a pensare a tutte quelle persone che consacrano la loro vita alla ricerca del potere, causando stress e dispiaceri a chi gli sta intorno. Che ne sarà di loro un domani?
2 Comments
Leave a comment
Chi sono
Pagine
Commenti recenti
Link
- Cultura e ambiente secondo il Fai
- Il sito di Famiglia Cristiana, per cui lavoro
- Per chi vuole muovere i primi passi nella biologia segnalo "Briciole di biologia" di Giovanna Rosati
- Per restare aggiornati (e aggiornare) sulle cose filosofiche
- Un ottimo sito per il cinema
- Un punto di riferimento per la fotografia a Milano
Ho letto questa recensione qualche ora prima di andare a vedere questo film, che ho trovato di una bellezza commovente. Per me sono stati i silenzi a lasciare il segno. La colonna sonora è quasi inesistente, si è in qualche modo costretti ad assorbire ogni sguardo, ogni gesto e si viene colpiti in pieno dalla profondità delle emozioni dei protagonisti.
Haneke riesce ad essere incredibilmente tenero e durissimo, allo stesso tempo. Sono d’accordo con te Paolo, è un grande film.
È la vita stessa a farsi racconto, colonna sonora, sceneggiatura e scenografia… E la vita è poesia e tragedia, entrambe presenti generosamente nel film, sebbene alla lunga la seconda prenda il sopravvento. A me sembra che nemmeno la tragicità della stagione finale di questa coppia cancelli la poesia e l’amore degli anni buoni. Nemmeno il gesto estremo e disperato dell’uomo.