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E domani nella battaglia penserò a te
Caro Javier Marías, mi manchi già.
Sei scomparso solo da qualche giorno, ma sento che qualcosa di bello e unico se n’è andato e non tornerà più.
Sono sincero: provo dolore per la tua sorte personale e per la sofferenza che la tua morte ha provocato ai tuoi cari, ma, egoisticamente, è soprattutto il pensiero dei libri che non potrai mai più scrivere a gettarmi nello sconforto.
Ti devo ringraziare: mi hai regalato grandi gioie con i tuoi romanzi, con quel modo di raccontare senza fretta che scavava e scavava nei personaggi, con quel tuo filosofare assieme ai tuoi personaggi, con quel tuo dipingere affreschi esistenziali di cui si coglieva la grandezza solo a lettura ultimata…
Ho letto che forse Berta Isla e Tomás Nevinson avrebbero avuto un seguito: se per caso un giorno ci incontreremo in paradiso, me lo racconterai?
Javier Marías (2) e il passato che non passa mai
Avevo scritto sull’ultimo romanzo di Javier Marías per sottolineare come si presti perfettamente come testo-pretesto, ovvero punto di partenza e stimolo per una sessione filosofica nell’ambito della philosophy for community (P4C). Non avevo però recensito il libro, che è un grande romanzo, come del resto tutte le altre prove letterarie dell’autore spagnolo, fra i più grandi di oggi.
Come ho raccontato in una recensione dettagliata, che qui potete leggere, in E così ha inizio il male (Einaudi) Marías è abilissimo nell’intrecciare la storia di una coppia con quella della Spagna. A fare da trade union è il rapporto con il passato o, meglio, il modo in cui il presente è condizionato dal passato e da come ci poniamo rispetto ad esso.
Nel caso della coppia, la totale mancanza di comprensione e perdono per una colpa compiuta dalla donna si traduce in un disprezzo tale del marito verso di lei. Mentre lo stesso uomo dimostra flessibilità e disponibilità a stendere un velo sul passato a proposito di un amico che si sarebbe macchiato di gravi nefandezze durante il regime di Franco.
Perché questo doppio atteggiamento verso una colpa del passato? Solo per il fatto che l’una lo colpisce personalmente, mentre l’altra riguarda in generale il suo Paese e sperare che la giustizia si compia in maniera piena è una pura illusione? Nella recensione citata ho cercato di seguire l’indagine dell’autore spagnolo.
Javier Marías e le sue storie filosofiche
Questo è il mio primo post all’interno del blog sulla categoria “P4C (PHILOSOPHY FOR CHILDREN AND COMMUNITY”. Chi conosce la “filosofia per bambini” sa di che cosa sto parlando; per spiegarlo agli altri, in poche parole, direi che è la pratica della filosofia con i bambini.
Non si tratta quindi di insegnare la storia della filosofia ai bambini, ma di fare filosofia – pensare – insieme a loro. Il metodo adottato è il curriculum Lipman, il filosofo americano collaboratore di Dewey che può essere considerato il fondatore della philosohy for children.
Il curriculum Lipman – ovvero la metodologia attraverso il quale si fa filosofia con un gruppo – è in realtà applicabile a qualsiasi altra forma di comunità: i lavoratori di un’azienda, gli insegnanti di una scuola, gli anziani di una casa di riposo, gli abitanti di un quartiere…
In questa sezione del mio blog tornerò su questa esperienza, sul metodo, sulle iniziative. Per ora mi limito a dire che da poco è iniziata anche la mia avventura in questo mondo: dopo aver frequentato il corso di formazione di Acuto, sto svolgendo il tirocinio per conseguire il titolo di Teacher riconosciuto dal Crif, il Centro per la ricerca e l’indagine filosofica.
Ora, una delle questioni centrali della P4C, sia quando viene svolta con i bambini, sia quando è praticata in altre comunità, è il cosiddetto testo-pretesto, vale a dire quel testo a partire dal quale si innesca la discussione filosofica. Accanto ai testi canonici, in sostanza quelli di Lipman e qualche altro, è aperta la questione di quali testi possano essere assunti per svolgere questa funzione.
Anche su questi temi tornerò in seguito, ma in questo momento mi preme svelare che ho trovato un autore che, con i suoi libri, si presta perfettamente ad assolvere questa funzione. Si tratta di Javier Marías, grande autore spagnolo, vincitore di molti premi, e autore di alcuni romanzi fondamentali come la trilogia Il tuo volto domani e Domani nella battaglia pensa a me (citazione di Shakespeare, un autore a cui è molto legato).
Ebbene, leggendo il suo ultimo romanzo, Così inizia il male, pubblicato come sempre da Einaudi, mi sono imbattuto in una serie di brani che non solo si prestano perfettamente a fare da testo-prestesto per una sessione di P4C, ma sembrano essere stati scritti proprio per questo! Fra i tanti esempi, ne cito un paio. Fra pagina 23 e pagina 25, attraverso i suoi personaggi, portati a riflettere insistentemente sulle cose che accadono, Marías offre spunti di eccezionale forza per indagare i temi della verità, della falsità e della memoria. Poco più in là, fra le pagine 27 e 29, un altro testo assai stimolante per una sessione che verta sui concetti di verità e decisione.
Lo stile dell’autore spagnolo è talmente adatto come punto di partenza per una discussione filosofica che alla fine ho segnato con la classica orecchia alla pagina tutti i brani utilizzabili per tale scopo.
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