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L’altro lato di “Amour”
Ho parlato in questo blog del film Amour (vedi qui), storia di una coppia anziana, in cui la donna viene colpita da un morbo che la priverà via via di ogni autonomia. Su un orizzonte tematico affine è uscito di recente un libro prezioso, Io sono qui, scritto da Mariapia Bonanate (Mondadori).
È un libro intenso e forte che merita di essere letto con la massima attenzione e che ha il pregio di mostrare la questione del “fine vita” e – aggiungo – dell’amore di coppia sotto una luce diversa, rispetto al film.
Ho cercato di spiegare il senso e l’interesse di questa testimonianza in un articolo che ho scritto per il mensile Vivere, poi ripreso da Bioetica News, la rivista del centro cattolico di bioetica. Ecco il link per chi volesse leggerlo: www.bioeticanews.it/dev/2012/11/il-libro-io-sono-qui-il-mistero-di-una-vita-sospesa/
Amour fino alla fine
Ieri sera ho visto al cinema con mia moglie Amour di Michael Haneke, Palma d’oro a Cannes. Stamattina ho letto qualche recensione. Mi ha colpito che tutte insistano sull’elemento della “denuncia”: della senilità, per quello che è, restituita da uno sguardo rigorosamente realistico; dell’umiliazione inflitta dalla malattia e dalla disabilità; dell’ipocrisia di una società che rimuove tutti quegli aspetti della vita che non corrispondono al modello imperante di efficienza, bellezza, salute, vitalità, edonismo; della solitudine a cui sono condannate le famiglie che hanno un malato o un anziano in casa, e altro ancora…
Non nego che tale elemento sia presente nel film: è semplicemente centrale. Ma, a mio avviso, non l’unico. Mi sembra che Haneke abbia voluto raccontare ANCHE l’amore di coppia nella sua fase estrema e terminale, la devozione commovente di un uomo alla sua donna quando si spoglia di ogni bellezza, fascino, autonomia, dignità. Mi ritrovo nelle parole del portiere del condominio dove abitano i protagonisti: io e mia moglie la ammiriamo molto per come sta affrontando la situazione, dice al marito che si sta prendendo cura della moglie…
Il film si intitola Amour: lo si può leggere come dichiarazione cinica o sarcastica, ma anche come testimonianza dell'”ultimo concerto” nella vita di una coppia.
In ogni caso, un grande film, che farebbe bene a molti vedere. Durante la proiezione mi sono sorpreso a pensare a tutte quelle persone che consacrano la loro vita alla ricerca del potere, causando stress e dispiaceri a chi gli sta intorno. Che ne sarà di loro un domani?
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