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Notizie dal pianeta che vuole bruciare
Non mi appartengono i toni apocalittici, ma nemmeno l’attitudine a chiudere gli occhi di fronte alla realtà (nel video, il trailer di L’alba del giorno dopo).
Corriere della sera di oggi. “La fattoria di Lorenzo il Magnifico scoperchiata e abbandonata”, denuncia il bravissimo Gian Antonio Stella, che sta dedicando non poche energie alla questione ambientale, poiché vi intravvede – immagino – un’ancora più decisiva questione politica e civile.
La Repubblica di oggi. “Fermate quelle trivelle, la rivolta della Maremma contro la nuova miniera”.
L’incuria, il degrado, il trionfo degli interessi particolari, la logica del profitto, il venir meno dei valori morali che traspaiono da queste situazioni hanno, su scala mondiale, un effetto devastante. Quale? Lo spiega un altro articolo dell’edizione odierna di Repubblica che dà conto di un Rapporto della World Bank, secondo il quale entro fine secolo la temperatura del pianeta terra aumenterà di quattro gradi, se verranno mantenuti gli impegni sin qui presi sulla riduzione dell’imissione di anidride carbonica nell’aria. In caso contrario, già nel 2060 la febbre del pianeta crescerà di quattro gradi. Se non avete un’idea esatta di ciò che questo incremento termico può provocare, sullo scioglimento dei ghiacciai, la desertificazione, la disponibilità di acqua, le coltivazioni… fino ai flussi migratori, farete bene a informarvi, come primo atto di una nuova, necessaria consapevolezza.
Questa è la realtà, di fronte alla quale occorre aprire gli occhi. Una via d’uscita ci sarebbe. E sembrano conoscerla meglio i cittadini che non i politici. In un interessantissimo sondaggio condotto e pubblicato da Renato Mannheimer sul Corriere di oggi, emerge che arte, ambiente e agricoltura sono per la quasi totalità degli italiani i settori su cui investire per uscire dalla crisi e ripartire. Qualche dato, molto significativo: il 98 % ritiene che l’Italia goda di un patrimonio unico che merita di essere protetto e valorizzato; il 51 per cento crede che l’agricoltura sia in grado di creare nuova occupazione…
Potremmo dire, legando fra di loro queste notizie e setacciandone il messaggio, che la cura, l’amore, il rispetto, un rapporto intelligente con le risorse ambientali e culturali che ci fanno da habitat ci salveranno dalla recessione e da un’autodistruzione che – la World Bank docet – non è così remota.
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