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C’era una volta l’America (però non come ce l’hanno raccontata loro…)
The 1619 Project è una grande iniziativa editoriale del New York Times: scrittori, storici, giornalisti si sono prefissi l’obiettivo di riscrivere la storia degli Stati Uniti senza omettere, anzi mettendo al centro, come evento fondativo, la riduzione in schiavitù degli africani. Il 1619 è appunto l’anno della prima vendita degli schiavi africani ai coloni americani. La convinzione è che la straordinaria crescita economica del nuovo Paese e quindi il modello vincente del capitalismo poggino le loro basi, e la loro fortuna, sulla manodopera ridotta appunto in schiavitù, quindi a costo zero o quasi. Ricordiamo che la schiavitù negli Usa fu abolita solo nel 1865.
Con l’aiuto della letteratura, che spesso arriva in anticipo sulle inchieste giudiziarie, giornalistiche e storiche, dobbiamo prendere atto che la storia degli Stati Uniti trae le sue origini da due colossali ingiustizie.
La prima è quella su cui indaga il New York Times e che abbiamo appena ricordato. Per trovare materiale e conferme, basta leggere l’opera di Toni Morrison, la grande scrittrice afroamericana Nobel per la letteratura, scomparsa qualche settimana fa. Oppure i romanzi di Colson Whitehead, in particolare La ferrovia sotterranea o I ragazzi della Nichel, in uscita il 3 settembre (ho avuto la possibilità di leggerlo in bozze e la mia recensione comparirà come al solito su Famiglia Cristiana: un libro stupendo).
Tuttavia all’origine della storia e del successo degli Stati Uniti non c’è solo la schiavitù degli africani all’origine della storia e del successo Usa, c’è un’altra ferita che tende ad essere rimossa: il furto della terra e il massacro sistematico di chi in quelle terre già viveva, i cosiddetti nativi americani, a partire dal XV secolo fino al XX. Un autentico genocidio, che viene rievocato molto raramente. Su questo aspetto fondativo degli Stati Uniti – la terra e tutte le ricchezze relative se le sono procurata così – raccomando la lettura di Il figlio di Philipp Meyer, un capolavoro che racconta la storia di una famiglia nel Texas, dalla conquista sanguinosa della terra all’industria petrolifera.
È encomiabile il progetto del New York Times, ricordato da un articolo su la Repubblica di oggi. C’era una volta in America, ma non come ce l’hanno raccontato fino a oggi.
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