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Guai a una società senza pensiero
Storicamente, il potere ha sempre temuto e cercato di sopprimere la cultura, il pensiero, la capacità di ragionare ed esaminare le questioni con spirito critico e autonomo. Non si sa se per calcolo o per semplice ignoranza, esiste un progetto che mira a ridurre l’insegnamento della filosofia in alcune facoltà universitarie e nella scuola superiore.
La filosofia è l’insegnamento che per eccellenza fornisce gli strumenti per sviluppare il pensiero e così diventare cittadini adulti. Una società progredita e intelligente dovrebbe promuoverne la diffusione, anziché limitarne la presenza nei programmi didattici.
Per fortuna si è levato un movimento volto a contrastare questo grave pericolo. In questo articolo riporto l’appello che espone con lucidità gli argomenti a favore dell’essenzialità della filosofia per la ragione umana e trovate il link per sottoscriverlo. L’hanno firmato tutti i più grandi filosofi italiani, professori, gente comune, cittadini che non vogliono vivere nella società del Grande fratello.
Chi legge romanzi sa pensare bene

“Il sonno” di Salvador Dalì.
In un bell’articolo su La Stampa di giovedì scorso Paolo Bertinetti raccontava che le più prestigiose università americane (Harvard, Princeton) hanno inserito l’obbligo di esami in materie umanistiche anche nei corsi di studi tecnici. Un ingegnere, ad esempio, dovrà studiare anche un po’ di letteratura e leggersi qualche romanzo.
Il 19 gennaio all’Università Cattolica di Milano si terrà un’interessante giornata di studi promossa da Pubblicità progresso dall’eloquente titolo: “Allarme pensiero: gli studenti sanno sempre meno ragionare in modo strutturato, argomentato e critico?”.
C’è un forte legame fra le due cose: sono convinto che per aiutare i giovani a maturare la capacità di un pensiero critico gli studi umanistici siano fondamentali. Sono essi a dare la forma mentis necessaria ad affrontare questioni di qualsiasi natura, ad analizzarne i contenuti, a formulare delle ipotesi.
Qualche tempo fa l’Unesco ha prodotto un’esortazione alle nazioni affinché introducessero la filosofia fin nei programmi delle scuole primarie: la filosofia, infatti, è per eccellenza la disciplina che esercita, sviluppa e stimola il nostro intelletto, spingendo l’essere umano a valutare in maniera autonoma e critica ogni problema. Immaginate quale beneficio per le persone e la società ne deriverebbe se gli individui venissero educati al pensiero fin da piccoli… Purtroppo non credo che quel documento Unesco abbia prodotto grandi effetti… Resta il fatto che, soprattutto in un’epoca di vasto impiego delle tecnologie, di sovrabbondanza d’informazione e di complessità crescente (come insegna Edgar Morin: vedi) l’esercizio del pensiero dovrebbe essere la principlae preoccupazione di ogni buon educatore.
Vi sembra che tali idee abbiano non dico spazio nei programmi dei partiti politici, ma che esista almeno un serio dibattito intorno a questi temi?
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