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Ambler, Hitchcock e Agatha Christie messi insieme
Non sono un amante dei gialli, ma quando un libro, un romanzo sono di qualità, trascendono ogni genere e si impongono per la loro forza e bellezza. Il discorso vale per un libro che mi appassionato non poco: Viaggio nella paura di Eric Ambler (Adelphi), Hitchcock e Agatha Christie messi insieme.
Etty Hillesum, la donna che perdonò Dio
Oggi Etty Hillesum avrebbe compiuto 100 anni. Una bella occasione per ricordare questa donna straordinaria, che avrebbe voluto fare la scrittrice e invece fu costretta dalla storia a dare consolazione agli ebrei destinati ad Auschwitz, fino a condividerne la sorte.
Per chi non la conoscesse, Adelphi ha appena pubblicato l’edizione integrale del Diario e delle Lettere.
A questa “donna che perdonò Dio” ho dedicato questo articolo.
Di lei ho parlato in questo blog in due occasioni: Scandalosa Etty e Trovare il bene nel male.
Scandalosa Etty Hillesum
Ho concluso la lettura della versione integrale dei Diari di Etty Hillesum pubblicata da Adelphi. Che donna (credo che il complimento le farebbe davvero piacere…).
Confesso che mi hanno sorpreso e spiazzato i primi quaderni, quelli che documentano la relazione con il chirologo Julius Spier, che non avevo mai letto e che, forse, sono meno noti al pubblico. Certamente il rapporto con quest’uomo ha contribuito a forgiare la personalità e l’interiorità della ragazza.
Le straordinarie intuizioni concentrate negli ultimi quaderni – nei quali l’incombere della catastrofe nazista con le deportazioni si fa sempre più concreto e opprimente – trovano varie anticipazioni nelle pagine precedenti, che costituiscono una lunga preparazione allo stato d’animo e alle scelte finali. Il confronto con questi documenti eccezionali colpisce per la straordaria interiorità di Etty: in tempi di materialismo greve e piatto, riscoprire la vita e il pensiero di una donna che è riuscita a scandagliare la spiritualità del proprio animo come pochi altri nella storia sarebbe senz’altro utile. Come ho già detto nel post precedente dedicato alla Hillesum (vedi qui), la lucidità e la serenità con cui riuscì a vedere la presenza di Dio e la bellezza della vita anche nell’orrore più angosciososo rappresentano una lezione vorrei dire inimitabile. Quando dice che l’uomo occidentale – in ciò svantaggiato rispetto all’orientale – fatica a cogliere le opportunità insite nell’esperienza del dolore e del male, sembra che parli di molti di noi, senz’altro di me.
Infinte le citazioni che vorrei condividere…
“L’unico modo che abbiamo di preparare questi tempi nuovi è di prepararli fin d’ora in noi stessi”.
“Esisterà pur sempre un pezzetto di cielo da poter guardare, e abbastanza spazio dentro di me per congiungere le mani in una preghiera”.
“Ogni violenza nel mondo ha delle conseguenze, come ogni azione. Esistiamo per prendere su di noi un po’ del dolore del mondo offrendo il nostro petto, non per moltiplicarlo, facendo a nostra volta violenza”.
Se riportassi tutti i passaggi che ho sottolineato ed evidenziato durante la lettura, finerei con lo scrivere a mia volta un lungo libro. Mi limito a dare voce, nello spazio “Preghiere selvatiche del blog”, a un’intuizione “scandalosa” e sconvolgente di Etty. Sarebbe interessante studiare a fondo la sua teologia…
Etty Hillesum, trovare il bene nel male
Adelphi ha pubblicato l’edizione integrale dei Diari di Etty Hillesum, la ragazza ebrea che, nel buio del lager, seppe trovare e donare luce. È la prima volta che questa preziosa testimonianza viene presentata nella sua interezza. Ho scoperto la sua storia e, soprattutto, il suo messaggio grazie a una cara amica, che in lei ha trovato un esempio e la forza per vivere e dare senso al suo dolore personale.
L’inestimabile insegnamento che viene da questa giovane è che anche al cospetto del male, dell’ingiustizia, della disumanizzazione è possibile non solo non perdere la propria dignità di persone, ma anche inseguire e gustare una inspiegabile gioia e pienezza. Nella più piena e assurda insensatezza c’è un senso. Tutto ciò ha a che fare con il mistero del dolore, del male, e con la sua accettazione. Un tema che – lo confesso – mi resta ostico e insuperabile. Di fronte al male, la mia reazione tende a vincerlo, superarlo, trasformarlo almeno. Difficile è, per me, l’accettazione. Eppure di continuo sbatto contro questa parola: l’accettazione della vita, anche nelle sue pieghe negative. La mia pochezza mi porta a scindere l’energia e l’impegno attivo da mettere in campo contro il male dalla sua accettazione, come poli incompatibili e inconciliabili. Forse non è così, sicuramente non sarà così.
Ho letto con enorme interesse, in questo senso, La bontà insensata di Gabriele Nissim.
Etty che dice? Che di fronte a ciò che non può essere cambiato, resta la possibilità dell’accettazione e di uno sguardo interiore che conduce a una gioia e a una serenità insospettabili. “Non sforzarti di cambiare ciò che non puoi cambiare, sforzati di cambiare ciò che puoi cambiare”, recita un detto francescano. Di certo, dalla natura della nostra “risposta” esistenziale al male che incontriamo dipende la qualità della nostra vita, della nostra serenità. Senza una personale risposta allo scandalo del male, qualcosa continuerà a inquietarci, come una spina conficcata nel cuore.
Mettiamoci all’ascolto di Etty, dunque.
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