21 Nov 2017

Lincoln nel Bardo, il pazzo e commovente capolavoro di George Saunders

George Saunders alla premiazione del Man Book Award

Ho letto un libro bellissimo, commovente, originale e folle: Lincoln nel Bardo di George Saunders (Feltrinelli). Da tempo non mi capitava di immergermi in un libro che ha saputo sorprendermi come questo. Ecco la mia recensione.

George Saunders prende spunto da un frammento di verità storica: il presidente americano perse davvero il figlio e i giornali dell’epoca raccontarono che si recò nella cripta e aprì la bara per abbracciarlo. Partendo da questo sfondo, l’autore immagina che padre e figlio tentino di incontrarsi nel Bardo evocato nel titolo, un riferimento al Libro tibetano dei morti che allude a quello stato intermedio in cui la coscienza è sospesa fra la vita passata e quella futura. Una sorta di limbo o purgatorio, passaggio fra la vita terrena e quella che attende i morti.

In Lincoln nel Bardo troviamo anzitutto una potente, ironica e malinconica descrizione di questo mondo, di questa dimensione sospesa, abitata da tante persone, ognuna con la sua storia, quasi sempre venata di dolore o rimpianto, che sembra ancora dominarne i pensieri e i sentimenti. Qui il figlio di Lincoln troverà tre strane guide, di ascendenza dantesca, scrive il risvolto di copertina, in realtà a me paiono ben poco dantesche. Sono un sacerdote, un uomo che è morto a causa di un terribile incidente prima di godere delle gioie del suo matrimonio e un omosessuale tormentato e suicida. I tre si muovono insieme, come vecchi amici, e si appassionano alla vicenda del ragazzino. E quando nel regno in cui si trovano viene avvistato il padre, che non riesce a staccarsi dal figlio e vorrebbe rivederlo, si prodigano per rendere possibile questo incontro impossibile.

All’originalità straordinaria della trama corrisponde un’altrettanta originalità stilistica. George Saunders racconta la storia dando la voce – ogni volta con interventi brevi – alle tre guide poco dantesche, al figlio di Lincoln ed ad altri abitanti del limbo in alcuni capitoli, mentre in altri capitoli – sempre con questa struttura di citazioni brevi – dà spazio ai saggi storici dedicati a quelle vicende.

L’immaginazione dello scrittore – che con questo romanzo ha meritatamente vinto il Man Book Award – raggiunge il suo culmine quando descrive un proprio e vero giudizio universale, in cui i buoni vengono premiati e i cattivi condannati.

Sebbene non facilissima, la lettura di Lincoln nel Bardo è appassionante e commovente come di rado accade.

 

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Chi sono

Sono nato a Vicenza nel 1968. Mi sono laureato in Filosofia a Padova con una tesi su Martin Heidegger, poi ho frequentato il Biennio di giornalismo dell’Ifg di Milano. Sono caporedattore e responsabile del settore Cultura e spettacoli di Famiglia Cristiana. Mi sto occupando di Filosofia per bambini e per comunità (P4C). [leggi tutto…]

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