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«Tutti gli esseri umani nascono liberi e uguali». Certo, ma… Una considerazione sulla Dichiarazione universale dei diritti umani
«Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza».
Così recita l’articolo 1 della Dichiarazione universale dei diritti umani. Una delle frasi più belle che siano mai state scritte, uno dei vertici assoluti della civiltà, un faro per ogni tempo e ogni persona.
Dovremmo stamparcele tutti queste parole e appenderle in un posto che vediamo tutti i giorni.
Però c’è un però…
Nessuna intenzione di relativizzare, limitare, circoscrivere questa massima e la sua portata, semmai di estenderla, espanderla, estremizzarla.
Così: «Tutti gli esseri nascono liberi ed uguali in dignità e diritti…».
Tutti gli esseri, non solo gli esseri umani: anche gli animali, i vegetali, il pianeta terra, l’universo intero e tutto ciò che contiene.
È tutto il vivente, in quanto tale, a nascere libero ed uguale in dignità e diritti.
Lo stiamo capendo un po’ alla volta, ma è così.
Si può e si dovrebbe discutere anche sulla seconda frase: «Essi (cioè gli uomini) sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza». Si apre qui la questione della ragione e della coscienza: solo l’uomo ne è dotato? E ciò lo distingue da tutti gli altri esseri viventi.
Questione aperta, qui mi limito a dire: se anche così fosse, se davvero l’uomo fosse l’unico essere dotato di ragione e coscienza, ne deriverebbe per lui una maggiore responsabilità (un dovere, perché no?, di fratellanza) verso tutti gli altri esseri viventi che ne sono privi, non certo il diritto a dominarli, prevaricarli, distruggerli arbitrariamente.
No?
Hans Joas, la persona è sacra
Ho letto un saggio straordinario: La sacralità della persona di Hans Joas (Franco Angeli). Vi ho trovato l’esposizione argomentata di una serie di idee fondamentali della nostra storia culturale.
In sintesi: il lungo e travagliato processo di evoluzione della cultura (occidentale) è approdato alla verità che la persona è portatrice di diritti, che la persona ha dignità in quanto tale.
Ora, tale fondamentale esito su che cosa si fonda? Secondo il filosofo e sociologo tedesco, sulla sacralità della persona, la quale, a sua volta, poggia su due colonne: l’anima e il dono.
Concludo dicendo che, fossi un docente di filosofia, renderei obbligario lo studio del saggio.
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