Elenco degli articoli taggati con "cultura Archives - Paoloperazzolo.it"
Italiani, popolo di ignoranti
Uno dei segni del declino del nostro Paese è la scarsa propensione a leggere libri, andare al cinema e a teatro, visitare una mostra, insomma tutto ciò che, con brutta espressione, si definisce “consumo culturale”, ma che indica la vitalità intellettiva di una comunità.
I dati di uno studio della Commissione europea sono sconfortanti. Li trovate in questo mio articolo: Siamo un popolo di ignoranti. Il confronto con gli altri Paesi europei è umiliante: anche questo sintomo di come l’Italia, in questo periodo storico, stia perdendo posizioni, abbia smesso di crescere e di guardare al futuro, sia ripiegata su se stessa…
Mentre veniva pubblicati questi dati drammatici, usciva l’esito di una ricerca di grande interesse commissionata dalla Siae francese per dare un valore all’apporto del settore culturale all’economia transalpina. Che cosa veniva fuori? Qualcosa di stupefacente e meraviglioso: leggetelo qui…
Lasciamo che l’inquinamento ci uccida?
Non vanno lasciate passare inosservate due notizie della settimana.
La prima: è scientificamente provato che l’inquinamento atmosferico provoca il cancro. Lo ha certificato lo Iarc, la massima autorità oncologica mondiale, dopo un enorme lavoro per conto dell’Oms (Organizzazione mondiale della sanità). L’inquinamento atmosferico è stato inserito nel terribile Gruppo 1, quello dei fattori che causano certamente il cancro.
La seconda notizia: la Lombardia è la Regione più inquinata d’Europa.
Di fronte a queste notizie, colpisce anzitutto la totale indifferenza delle istituzioni e dell’opinione pubblica. Conosciamo il nostro “nemico”, sappiamo che l’inquinamento ci fa ammalare e ci uccide, e nemmeno reagiamo. Figuriamoci se protestiamo, se ci attiviamo per costringere i Governi a fare qualcosa, se scendiamo in piazza per promuovere un dibattito, una nuova consapevolezza.
Su questo tema, su cui sono più volte intervenuto, mi limito ad aggiungere che l’evidenza scientifica della correlazione fra inquinamento e cancro mette in discussione il nostro modo di vivere, chiama in causa i nostri stili di vita, le nostre abitudini. L’uomo vive consumando troppo, inquinando fino a compromettere le condizioni di permanenza sul pianeta, ma preferisce fingere di nulla, pur di non modificare la sua cultura, il suo modo di stare al mondo.
Hai votato per le Primarie della cultura?

L’Italia, un puzzle da ricomporre.
Meno di due mesi e saremo chiamati a votare. La speranza è in una politica che si riscopra – dopo gli inenarrabili scandali – servizio, visione di polis, soluzione dei problemi della gente… La mia personale speranza è che la cultura sia finalmente al centro dei programmi– tema su cui sono già intervenuto – e che lo sia anche l’ambiente, che considero parte integrante della cultura stessa.
A tal proposito mi piace solttolineare la bella iniziativa del Fai (il sito è indicato nella sezione link del blog) che invita i cittadini a esprimere le proprie priorità in materia di difesa e valorizzazione dei nostri beni e del nostro patrimonio (cioè, non bisogna mai stancarsi di ripeterlo, della nostra identità, del nostro passato e del nostro futuro, della bellezza, dell’occupazione, di un vero e sano sviluppo, ecc.). I temi più ricorrenti verranno presentati come priorità della società e del Paese al prossimo Governo.
Mi sembra una bella idea: partecipiamo alle Primarie della cultura, facciamo sentire la nostra voce, aiutiamo il Paese a imboccare la strada giusta.
L’augurio per il 2013: più cultura

“L’Italia doro” di Luciano Fabro (1971).
Che cosa augurarci – a noi come Paese e come amanti delle degustazioni culturali – per il 2013?
L’augurio sorge spontaneo leggendo la classifica dei musei più visitati nel 2012. Per farla breve, nella top ten mondiale l’Italia non figura per nulla, nemmeno nelle posizioni finali. D’accordo, ai primi posti troviamo mostri sacri delle istituzioni culturali come il Louvre di Parigi (1° posto), il Metropolitan di New York (2° posto), il British Museum di Londra (3°posto). D’accordo, Francia, Stati Uniti e Inghilterra sono colossi politici, che sullo scacchiere mondiale contano ben più dell’Italia. Però…
Però 1: il nostro patrimonio culturale (e ambientale, non dimentichiamolo) è inferiore?
Però 2: non è che questi Paesi sanno fare più sistema di noi?
Però 3: non è che sanno valorizzare e promuovere quello che hanno meglio di noi?
Però 4: non è che credono e investono nella cultura più di noi?
Si dirà: sono nazioni più popolose della nostra e con un enorme flusso turistico. Appunto: molto si potrebbe ragionare sul legame fra denatalità e svilimento del nostro patrimonio culturale e ambientale (ovvero il disconoscimento della nostra identità originaria); e altrettanto si potrebbe dire quanto al continuo calo dei turisti che scelgono il Belpaese per le loro vacanze e i loro viaggi. Fra valorizzazione e investimento culturale e fiducia nel futuro esiste un legame profondo.
Quindi: l’augurio di un anno con più cultura, a tutti voi e al nostro Paese.
Notizie dal pianeta che vuole bruciare
Non mi appartengono i toni apocalittici, ma nemmeno l’attitudine a chiudere gli occhi di fronte alla realtà (nel video, il trailer di L’alba del giorno dopo).
Corriere della sera di oggi. “La fattoria di Lorenzo il Magnifico scoperchiata e abbandonata”, denuncia il bravissimo Gian Antonio Stella, che sta dedicando non poche energie alla questione ambientale, poiché vi intravvede – immagino – un’ancora più decisiva questione politica e civile.
La Repubblica di oggi. “Fermate quelle trivelle, la rivolta della Maremma contro la nuova miniera”.
L’incuria, il degrado, il trionfo degli interessi particolari, la logica del profitto, il venir meno dei valori morali che traspaiono da queste situazioni hanno, su scala mondiale, un effetto devastante. Quale? Lo spiega un altro articolo dell’edizione odierna di Repubblica che dà conto di un Rapporto della World Bank, secondo il quale entro fine secolo la temperatura del pianeta terra aumenterà di quattro gradi, se verranno mantenuti gli impegni sin qui presi sulla riduzione dell’imissione di anidride carbonica nell’aria. In caso contrario, già nel 2060 la febbre del pianeta crescerà di quattro gradi. Se non avete un’idea esatta di ciò che questo incremento termico può provocare, sullo scioglimento dei ghiacciai, la desertificazione, la disponibilità di acqua, le coltivazioni… fino ai flussi migratori, farete bene a informarvi, come primo atto di una nuova, necessaria consapevolezza.
Questa è la realtà, di fronte alla quale occorre aprire gli occhi. Una via d’uscita ci sarebbe. E sembrano conoscerla meglio i cittadini che non i politici. In un interessantissimo sondaggio condotto e pubblicato da Renato Mannheimer sul Corriere di oggi, emerge che arte, ambiente e agricoltura sono per la quasi totalità degli italiani i settori su cui investire per uscire dalla crisi e ripartire. Qualche dato, molto significativo: il 98 % ritiene che l’Italia goda di un patrimonio unico che merita di essere protetto e valorizzato; il 51 per cento crede che l’agricoltura sia in grado di creare nuova occupazione…
Potremmo dire, legando fra di loro queste notizie e setacciandone il messaggio, che la cura, l’amore, il rispetto, un rapporto intelligente con le risorse ambientali e culturali che ci fanno da habitat ci salveranno dalla recessione e da un’autodistruzione che – la World Bank docet – non è così remota.
Cultura e ambiente salveranno l’Italia
Questa mattina ho partecipato alla presentazione di Florens 2012. Si tratta della Biennale internazionale dei beni culturali e ambientali. Già il fatto che beni ambientali e culturali siano associati, mi rende questa iniziativa simpatica. Ma è tutta la filosofia di fondo che la ispira a meritare la massima attenzione: rimettere al centro della politica e dell’economia il nostro patrimonio culturale e ambientale, per conservarlo, interpretarlo, “utilizzarlo” al meglio come motore di sviluppo. Anche economico.
Idee da sposare in toto. Dopo la prima edizione del 2010, Florens ci riprova, in una congiuntura favorevole: l’ormai imminente tornata elettorale e la crisi potrebbero finalmente aprire gli occhi di chi ha in mano le sorti del nostro Paese sul fattore cultura-ambiente.
Interessanti gli interventi dei relatori. Cito qualche idea:
– va convinto almeno un politico che il futuro dell’Italia non sta nell’industria, ma nel settore culturale e ambientale, rispetto al quale vantiamo un primato che né la Cina né gli altri Paesi emergenti ci potranno mai sottrarre
– un patrimonio può anche essere distrutto, se conservato male e non valorizzato
– oltre che motore per un nuovo corso economico, l’eredità culturale è anche il terreno in cui si radica l’identità di una nazione
Dal 3 all’11 novembre Firenze diventerà la Davos della cultura e dell’ambiente, con forum, lectio magistralis, conferenze, eventi, fra i quali non posso non citare la grande, immensa croce che Mimmo Paladino porterà in Piazza Santa Croce e “l’ostensione” simultanea dei crocifissi lignei di Donatello, Brunelleschi e Michelangelo. La prima sarà dunque un’opera creata appositamente per Florens, mentre l’ostensione accadrà per la prima volta nella storia.
Consultate il programma e seguite la Biennale sul sito www.fondazioneflorens.it
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