Elenco degli articoli taggati con "bompiani Archives - Paoloperazzolo.it"

2 Apr 2014

Aldo Nove incantato da san Francesco

Aldo Nove

Aldo Nove

Incredibile come un uomo vissuto vari secoli fa continui ad affascinare, colpire, trasformare chiunque abbia notizia di lui. Il messaggio e la vita di san Francesco sono così radicali, puri, semplici da entrare dritti nel cuore. Non sono esenti da questa infatuazione gli scrittori di tutti i tempi. Di recente, Alessandro Mari e Dacia Maraini – per citare qualche nome – gli hanno reso il loro omaggio.

A loro si è aggiunto ora Aldo Nove, con il suo Tutta la luce del mondo (Bompiani): un libro bello, poetico, sentito che prende a pretesto la figura del nipote di Francesco, Piccardo, per rievocare un Medioevo fantastico, la storia del poverello di Assisi, la vocazione di Chiara… In questo articolo ho analizzato il suo romanzo.

E poi è arrivato quell’altro Francesco, il Papa argentino che, non a caso, ha scelto il suo nome…

16 Nov 2013

Diamo a Sgarbi quel che è di Sgarbi

Vittorio Sgarbi

Vittorio Sgarbi

Avete mai riflettuto sulla “doppiezza” di Vittorio Sgarbi? Una sorta di dottor Jekill e mister Hyde che, quando va in Tv a fare il tuttologo, sembra una persona priva di senno e che quando, al contrario, parla d’arte, lascia senza parole per la competenza.

Su questa bipolarità ho scritto un pezzo. L’occasione è  la pubblicazione del suo Il tesoro d’Italia (Bompiani). Bellissimo.

23 Feb 2013

Perché non possiamo non dirci stupidi

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Un dipinto di Botero, citato da Marrone nel suo saggio.

Senza offesa per nessuno, il titolo mi sembra la migliore sintesi di un saggio stimolante, benché non di facilissima lettura, che ho appena finito. Si tratta di Stupidità del semiologo Gianfranco Marrone (Bompiani). Un’indagine tutt’altro che scontata sulla cretineria, in cui si visitano autori come Barthes, Flaubert, Musil, Eco, Sciascia, Adorno…

Ecco, in breve, quel che mi è rimasto da questa lettura:

– si tende a pensare che lo stupido sia sempre l’altro

– invece lo siamo tutti, almeno in qualche campo, in qualche contesto (quello della stupidità parziale è una bella intuizione dell’autore)

– anziché contrapposte, stupidità e razionalità sono in un rapporto di continuo scambio, al centro di un’incessante oscillazione e inquinamento reciproco

– la stupidità è quindi insuperabile, l’unico atteggiamento possibile per non farsene dominare è quella ragionevolezza che limitatamente ne subisce il fascino, ma senza farsene soggiogare e imbrigliare definitivamente

– la stupidità sfugge a qualsiasi definizione, ma è certo che il fanatismo e la “mancata evoluzione” (Adorno), ovvero l’interruzione della crescita, della trasformazione di se stessi, la chiusura entro uno schema la evocano fortemente

29 Dic 2012

L’isola di De Carlo è quasi un capolavoro

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“Eruzione dell’Etna” di Renato Guttuso.

Dunque, Villa Metaphora di Andrea De Carlo (Bompiani) è un capolavoro? Me lo ha chiesto ieri sera un amico, che aveva letto il mio appunto sul romanzo dello scrittore (vedi qui). Nel frattempo ho ultimato il libro, naturalmente, e la mia impressione è che siamo in presenza non di un capolavoro, forse (quelli arrivano dal “cielo”, si sa), ma di un ottimo romanzo sì.

Perché? Perché le oltre 900 pagine sono avvincenti e non annoiano mai; perché la scrittura di De Carlo è, al solito, felice e piacevole; perché ha scolpito, attraverso la galleria di personaggi che trascorre una vacanza nel resort di lusso sull’isola di Tari, fra la Sicilia e l’Africa, altrettanti modelli umani, se non antropologici, credibili e verificabili nella nostra esperienza quotidiana; perché i numerosi riferimenti all’attualità – che tengono fede all’aspetto metaforico dichiarato già nel titolo – sono stimolanti e godibili

Un altro elemento va sottolineato: una sorta di impegno civile che, benché non costituisca forse la ragione primaria dell’opera, traspare dalle pagine.

Qualcuno ha espresso opinioni diverse dalla mia. L’ultima edizione del Domenicale del Sole 24 Ore, ad esempio. Che è viziata, a mio parere, da un grosso limite: non ha colto l’ironia che l’autore ha voluto immettere, dalla prima all’ultima pagina, nel suo racconto. E’ questo sorriso nascosto a rendere plausibile il tutto e ad evitare che si risolva in un drammone pretenzioso.

Leggere per credere…

11 Dic 2012

Andrea De Carlo ha scritto un capolavoro?

Andrea De Carlo ha pubblicato “Villa Metaphora”.

Sto leggendo, con gusto, piacere e curiosità, l’ultimo romanzo di Andrea De Carlo, Villa Metaphora (Bompiani), un romanzo di oltre 900 pagine. E, arrivato a metà, non posso fare a meno di chiedermi se è un capolavoro. Sì, un capolavoro: una parola, un giudizio che – sia chiaro – ho chiamato in causa molto raramente per la narrativa contemporanea. Per Lo stato delle cose di Richard Ford, per La torre di Uwe Tellkamp, mai, se la memoria non m’inganna, per scrittori italiani…

Ebbene, la sensazione è che De Carlo abbia davvero realizzato un’opera di grande valore, congegnata in maniera perfetta dal punto di vista narrativo, dando prova di una padronanza assoluta della materia e della lingua; piena di storia e di storie, di personaggi, di trama, di plot, insomma, non un puro e manieristico esercizio letterario; ricca di implicazioni, significati, rimandi all’attualità nemmeno tanto coperti, ma non per questo meno efficaci ed esilaranti…

Un capolavoro, dunque? Lo scriverò appena conclusa la lettura. Intanto segnalo la presenza di un libro ispirato, maturo, avvincente, che profuma di…

16 Ott 2012

La parola agli introversi

Il libro di Susan Cain e la copertina del Time.

Esce domani in Italia per Bompiani un libro affascinante: Quiet. Il potere degli introversi in un mondo che non sa smettere di parlare. In breve: uno studio, profondo e argomentato, sul prevalere nella società degli estroversi, degli “urlatori”, e del soccombere dei timidi, degli introversi, che di cose da dire e di talenti utili al mondo ne avrebbero in abbondanza… Se solo qualcuno li stesse a sentire.

L’autrice è Susan Cain, timida cronica, un paio di lauree nei maggiori atenei americani, opinionista e consulente per molte aziende. Negli Stati Uniti il libro ha avuto un tale successo che ha ispirato una copertina del Time e ha dato vita a un sito-forum frequentatissimo: www.thepowerofintroverts.com.

Al di là dell’aspetto psicologico della questione, pure rilevante, mi preme sottolineare qui quello culturale: il mondo è davvero nelle mani non di chi ha più capacità, talento, idee, ma di chi sa meglio imporsi. Sui risultati di tale tendenza, lascio a voi giudicare. Non c’è tempo, non c’è voglia, non c’è interesse a scoprire, far emergere i valori nascosti delle persone; la scena è costantemente dominata dai “forti”, da chi sa alzare la voce, attirare l’attenzione. Anche in questo caso a prevalere  è l’apparenza. L’arena politica è tragicamente emblematica.

Susan Cain indaga bene le valenze culturali e sociali del fenomeno e mostra come, nella storia, le più grandi innovazioni e creazioni siano arrivate grazie agli introversi e ai timidi. Immaginare una cultura che sa dare loro ascolto, che li sa valorizzare per ciò che di buono effettivamente possono dare, significa cominciare a costruire un mondo meno aggressivo, più meritocratico, meno schiavo delle apparenze.

Chi sono

Sono nato a Vicenza nel 1968. Mi sono laureato in Filosofia a Padova con una tesi su Martin Heidegger, poi ho frequentato il Biennio di giornalismo dell’Ifg di Milano. Sono caporedattore e responsabile del settore Cultura e spettacoli di Famiglia Cristiana. Mi sto occupando di Filosofia per bambini e per comunità (P4C). [leggi tutto…]

Preghiere selvatiche

There's a blaze of light In every word It doesn't matter which you heard The holy or the broken Hallelujah
Leonard Cohen