5 Ott 2023

Una recensione su Jon Fosse…

 

Jon Fosse

Se cercate una recensione sul lavoro letterario (non teatrale) più importante di Jon Fosse, Nobel per la letteratura 2023, vi rimando a un mio pezzo pubblicato su Famigliacristiana.it.Si intitola L’altro nome ed fa parte dell’opera-mondo Settologia.

26 Gen 2023

La relazione è il cuore del mondo

Al centro di tutto, forse il senso di tutto e del tutto, è la relazione.

Lo dice la teologia: la Trinità.

Lo dicono il Vangelo e l’etica: l’incontro con il prossimo/altro è decisivo. Il bene e il male scaturiscono dalle relazioni e da come si configurano, dalle forme  che assumono.

Lo dice l’esperienza: la famiglia è relazione, siamo frutto di una relazione, ogni sentimento inaugura una relazione. Con le persone, ma anche con la natura, gli animali, l’ambiente… Con l’arte, la musica…

Ogni esperienza è una relazione.

Lo dice oggi in maniera sempre più chiara la fisica: l’essenza delle cose, persino la loro consistenza, non sta in un”entità ontologica in sé, ma nella relazione fra queste unità che derivano il loro essere proprio da questa relazione.

La relazione è tutto. 

26 Gen 2023

Chi è il mio prossimo

Quando incontriamo l’altro, possiamo provarne simpatia o antipatia. A volte l’antipatia può tramutarsi  in disprezzo e odio. Capita con le persone che incontriamo tutti i giorni, non necessariamente con gente cattiva che ha fatto del male.

Eppure, se si guarda dietro la superficie, se ci si chiede perché quella persona che ha atteggiamenti che non ci piacciono è così, se consideriamo il suo passato e la sua storia, arriviamo sempre alla conclusione che la cosa giusta da fare è sopportarla, accettarla com’è, portare pazienza.

13 Set 2022

E domani nella battaglia penserò a te

 

 

 

 

 

 

 

Caro Javier Marías, mi manchi già.

Sei scomparso solo da qualche giorno, ma sento che qualcosa di bello e unico se n’è andato e non tornerà più.

Sono sincero: provo dolore per la tua sorte personale e per la sofferenza che la tua morte ha provocato ai tuoi cari, ma, egoisticamente, è soprattutto il pensiero dei libri che non potrai mai più scrivere a gettarmi nello sconforto.

Ti devo ringraziare: mi hai regalato grandi gioie con i tuoi romanzi, con quel modo di raccontare senza fretta che scavava e scavava nei personaggi, con quel tuo filosofare assieme ai tuoi personaggi, con quel tuo dipingere affreschi esistenziali di cui si coglieva la grandezza solo a lettura ultimata…

Ho letto che forse Berta Isla e Tomás Nevinson avrebbero avuto un seguito: se per caso un giorno ci incontreremo in paradiso, me lo racconterai?

21 Ago 2022

Grossman, Esterno notte, Passione secondo Matteo: l’estate delle cose belle e lunghe

Passione secondo Matteo di Bach al Festival di Stresa.

La mia estate è stata accompagnata da tre capolavori: Stalingrado e Vita e destino di Vasilij Grossman, Esterno notte 1 e 2 di Marco Bellocchio e Passione secondo Matteo di Bach.

Libri, film e composizioni musicali accomunate da due caratteristiche: sono corposi, lunghi (850 + 800 pagine Grossman, quasi 6 ore Bellocchio, quasi tre ore Bach) e bellissimi.

Quando vediamo libri con così tante pagine, film e opere musicali così lunghi ci spaventiamo, ci scoraggiamo e lasciamo perdere. Perdendo così l’incontro con opere che coinvolgono, commuovono e trasformano.

Se vi imbattete in queste tre opere, non perdetevi d’animo, iniziatele e la loro forza vi conquisterà e vi porterà a goderveli fino in fondo.

Non importa se un’opera è lunga, importa se è bella. Se è bella, può essere lunga quanto vuole…

21 Mag 2022

Attingere alle radici per proiettarsi nel futuro

 

Udienza da papa Francesco per i 90 anni di Famiglia Cristiana.

Il messaggio del Pontefice: bisogna attingere alle radici non per compiere passi indietro o nel passato,  ma per crescere verso l’alto e proiettarsi in avanti.

29 Gen 2022

Il singolo, oltre l’individuo

Siamo nell’era dell’individualismo, si sente dire da tempo da più parti, intendendo con ciò che le istanze dell’individuo prevalgono su quelle della collettività. Ebbene, oggi oltre questa dimensione: siamo nell’Era del singolo, come recita l’interessante saggio di Francesca Rigotti (Einaudi). 

Quali sono i caratteri fondamentali dell'”era del singolo”?

Che ogni persona si sente unica, speciale, originale, un’opera d’arte irreplicabile… Il “singolarismo” è insomma una estremizzazione dell’individualismo, o forse un suo compimento. Se ne scorgono le manifestazioni nella sanità (proposte ad hoc per ciascuno), nell’istruzione, nei viaggi, nell’estetica (e in tutto ciò che riguarda il corpo), nel cibo, in ogni ambito della vita quotidiana.

La prima conseguenza, è che viene meno l’uguaglianza come valore e come aspirazione: perché se io sono unico, non posso accettare di condividere ciò che sono e ciò che voglio con gli altri, che non saranno mai uguali a me. Una conseguenza dalle implicazioni importanti. Un esempio nell’ambito della politica: un tempo era il partito, il gruppo a “fare politica”, oggi è il leader, in singolo più singolo di tutti.

Se il digitale è il linguaggio in cui il singolarismo prospera (Internet e social), è la classe media a esserne più interessata.

E poi – è chiaro – il singolo, unico e speciale, ha diritto alla felicità. Che diventa un dovere: per il singolo, come per tutti gli altri che gliela devono riconoscere. L’era della dittatura delle felicità.

Un’analisi, quella di Francesca Rigotti, che mette in evidenza un fenomeno senz’altro diffuso. E che desta preoccupazione.

12 Set 2021

«Tutti gli esseri umani nascono liberi e uguali». Certo, ma… Una considerazione sulla Dichiarazione universale dei diritti umani

«Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza».

Così recita l’articolo 1 della Dichiarazione universale dei diritti umani. Una delle frasi più belle che siano mai state scritte, uno dei vertici assoluti della civiltà, un faro per ogni tempo e ogni persona.

Dovremmo stamparcele tutti queste parole e appenderle in un posto che vediamo tutti i giorni.

Però c’è un però…

Nessuna intenzione di relativizzare, limitare, circoscrivere questa massima e la sua portata, semmai di estenderla, espanderla, estremizzarla.

Così: «Tutti gli esseri nascono liberi ed uguali in dignità e diritti…».

Tutti gli esseri, non solo gli esseri umani: anche gli animali, i vegetali, il pianeta terra, l’universo intero e tutto ciò che contiene.

È tutto il vivente, in quanto tale, a nascere libero ed uguale in dignità e diritti.

Lo stiamo capendo un po’ alla volta, ma è così.

Si può e si dovrebbe discutere anche sulla seconda frase: «Essi (cioè gli uomini) sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza». Si apre qui la questione della ragione e della coscienza: solo l’uomo ne è dotato? E ciò lo distingue da tutti gli altri esseri viventi.

Questione aperta, qui mi limito a dire: se anche così fosse, se davvero l’uomo fosse l’unico essere dotato di ragione e coscienza, ne deriverebbe per lui una maggiore responsabilità (un dovere, perché no?, di fratellanza) verso tutti gli altri esseri viventi che ne sono privi, non certo il diritto a dominarli, prevaricarli, distruggerli arbitrariamente.

No?

18 Apr 2021

Rileggendo “Essere singolare plurale” di Nancy al tempo del Covid: nessun vivente è un’isola

L’opera del filosofo francese (vedi l’articolo precedente) può essere riletta e capita anche alla luce dell’esperienza che stiamo vivendo, la pandemia. Tentando di individuare un insegnamento, molti lo hanno riassunto così: “Nessun uomo è un’isola”. L’intento è di sottolineare l’interdipendenza radicale di ogni essere umano. Un modo nuovo di riscoprire il con che ci costituisce più di ogni altra cosa.

Abbiamo visto che è così, nel bene e nel male. Nella relazione avviene il contagio, ma senza relazione né siamo in grado di vivere (se non una vita miserevole) né di salvarci e curarci. Il con è ancora una volta decisivo.

Tuttavia, quella massima “Nessuno uomo si salva da solo” va forse aggiornata in “Nessun vivente si salva da solo”. Lo stiamo capendo sempre meglio: senza un rapporto equilibrato, sostenibile e armonico con gli altri esseri venti, la natura, l’ecosistema, il pianeta… non c’è futuro. E Nancy ha chiarito che il noi del con non è solo l’essere umano, ma ogni essente. Tutto è relazione, tutti siamo relazione, non solo i soggetti pensanti, ma ogni vivente.

È tempo di seppellire definitivamente lo specismo e l’antropocentrismo: se davvero l’uomo ha la specificità (non superiorità) del pensiero, questa dovrebbe servirgli a capire che non ha diritto di distruggere nessun’altra forma di vita.

E il Covid sta a ricordarcelo ancora meglio: è ormai certo che la diffusione di virus è frutto della nostra invasione di ecosistemi che dovremmo lasciare tranquilli.

Sembra che la pandemia ci aiuti a capire più a fondo la lezione di Nancy. 

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Chi sono

Sono nato a Vicenza nel 1968. Mi sono laureato in Filosofia a Padova con una tesi su Martin Heidegger, poi ho frequentato il Biennio di giornalismo dell’Ifg di Milano. Sono caporedattore e responsabile del settore Cultura e spettacoli di Famiglia Cristiana. Mi sto occupando di Filosofia per bambini e per comunità (P4C). [leggi tutto…]

Preghiere selvatiche

There's a blaze of light In every word It doesn't matter which you heard The holy or the broken Hallelujah
Leonard Cohen